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Presidente tribunale di Nuoro, ‘situazione grave’

L’attività del tribunale di Nuoro
sta per fermarsi a causa della carenza di personale nell’ufficio
notifiche. Le criticità della giustizia nel Nuorese stanno
diventando un problema di ordine pubblico con un elenco notevole
di problematiche: l’ufficio notifiche da cinque anni a questa
parte ha perso otto funzionari e presenta una scopertura
dell’87%, cosa che mette a rischio la puntualità nell’atto della
notifica dei processi civili e penali. Poste Italiane non riesce
a sopperire al problema visto l’alta percentuale di fallimenti e
così le udienze che saltano per omessa notifica sono un
centinaio alla settimana, con un rinvio di almeno quattro mesi
per ogni udienza saltata.

   
Il tema è stato oggetto di un recente incontro in Prefettura
con il presidente del tribunale Mauro Pusceddu, la procuratrice
della Repubblica Patrizia Castaldini, e il presidente del
consiglio dell’ordine degli avvocati Lorenzo Soro, che
rivendicano “attenzione e risposte politiche immediate”.

   
Una situazione definita grave dal presidente del tribunale.

   
“A settembre rimarranno in ufficio due funzionari escludendo la
dirigente, che dovranno far fronte a migliaia di richieste –
denuncia Pusceddu -. La geografia del territorio poi non aiuta,
visto che un ufficiale deve notificare lo stesso giorno a Fonni,
a San Teodoro e Bitti e così senza volerlo, si dovrà fermare sia
la giustizia civile che quella penale”.

   
Quando le notifiche saltano si ricorre alle forze
dell’ordine, distogliendo poliziotti e carabinieri dai loro
compiti principali: “Non è razionale che una caserma debba
magari chiudere per eseguire delle notifiche – prosegue Pusceddu
-. Questa situazione impedisce ai cittadini di ottenere uno
sfratto, un risarcimento danni, di riottenere il lavoro, di
vedere un figlio, è il collasso del vivere civile”.

   
Il presidente del tribunale di Nuoro sollecita soluzioni:
“Chiediamo di non trasferire il personale prima di aver bandito
i concorsi, avere la possibilità di attingere ad altre
graduatorie e soprattutto avviare procedure di mobilità interna
che consentano la distribuzione delle forze, almeno nel
distretto, secondo una proporzione razionale. Servono scelte,
programmazioni e risposte politiche, dalla cui omissione a noi
rimangono costi e cocci, difficili da spiegare a chi ci chiede
qualcosa che vale quanto e più del pane. Settembre è domani”.

   

   

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