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«Mio figlio con le convulsioni e reparto chiuso»

ALGHERO – «Ieri sera, mio figlio di sei anni ha avuto un episodio di convulsioni febbrili di lunga durata, caratterizzato da difficoltà respiratorie e perdita di coscienza prolungata. Questo evento, considerando la durata e l’età del paziente, rappresenta una grave emergenza medica. Tuttavia, al nostro arrivo al pronto soccorso di Alghero, abbiamo scoperto che il reparto di pediatria chiude alle ore 20 e che non esiste un servizio di reperibilità. Siamo stati quindi costretti a recarci a Sassari, dove il personale sanitario ha gestito la situazione con grande professionalità, fornendo una valutazione neuropsichiatrica e consigliando il ricovero in attesa di un elettroencefalogramma».

Inizia così lo sfogo di un cittadino algherese che scrive al Quotidiano di Alghero per raccontare l’esperienza vissuta con il figlio che non è stato soccorso in città perché gli orari di ricevimento del reparto sono limitati alle ore diurne: «in qualità di istruttore BLSD, sono stato in grado di gestire l’emergenza in modo adeguato, nonostante la mancanza di risorse come il micropam, un elemento essenziale per la gestione delle convulsioni prolungate. Tuttavia, è evidente che una situazione del genere potrebbe facilmente sfuggire al controllo di chi non ha competenze di primo soccorso». «Mi chiedo – conclude – come sia possibile che i cittadini di Alghero vengano abbandonati a se stessi dopo le ore 20, con la chiusura del reparto di pediatria e l’assenza di un pediatra reperibile. Questa carenza di servizi mette a rischio la sicurezza e la salute dei nostri bambini, e richiede un intervento immediato e risolutivo da parte delle autorità competenti».

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