in ,

Dopo il finto matrimonio, il caso Emporio

ALGHERO – «Se da una parte ci arrivano voci di lamentele perchè si sentono troppo criticati, dall’altra parte non fanno niente perchè le critiche non vengano sollevate. Il Parco di Porto Conte continua a far parlare delle sue intraprese». Casa Gioiosa e i suoi vertici sempre nell’occhio del ciclone ad Alghero, dove ormai l’Azienda speciale continua ad incassare pesanti critiche e generare continue polemiche. Gli ultimi strali arrivano dal capogruppo Dem in Consiglio comunale e membro dell’assemblea a Tramariglio, Mimmo Pirisi.

«A parte la particolarità di quello che è stato definito dagli stessi organizzatori “un matrimonio” a Punta Giglio, in piena area di massima tutela naturalistica e ambientale e in pieno Parco e all’interno di una zona di elevatissimo pregio sulle falesie, quello che appare al netto del finto matrimonio è lo schiaffo dato alla comunità tutta» attacca Pirisi. «Non mi sorprenderei se fra un po si chiedesse ufficialmente di utilizzare quei luoghi come location proprio per matrimoni perché seguendo la strada che autorizzava dove c’era uno spaccio si può fare un bar, e dove c’era un dormitorio si può fare un albergo e dove c’era una mensa si può fare un ristorante, sulla stessa falsa riga dove ci sono uomini e donne si possono fare matrimoni in barba a tutte le raccomandazioni ambientali».

Nel frattempo Mimmi Pirisi accende i fari sull’ennesima proroga che sarebbe stata firmata dai vertici del Parco di Porto Conte per la gestione dell’Emporio di Tramariglio. «Una scelta che riteniamo piuttosto contraria a quanto emerso in questi mesi dove da parte di tutti, compresi amministratori e forze politiche in capo al Parco, hanno espresso la necessità di cambiare e di migliorare un servizio che dovrebbe fare lustro al settore enogastronomico del Parco e della Nurra e invece apre sempre meno giorni all’anno, viene poco pubblicizzato e cosi le tanto decantante eccellenze restano al palo e senza quella promozione e commercializzazione che ci si aspetta» sottolinea Pirisi che domanda cosa ci volesse a fare un bando per riassegnare la concessione di questa importante attività.

«Non comprendiamo questa mancanza che potrebbe dipendere dalla volontà oppure dalla difficoltà di trovare personale idoneo o che abbia tempo per svolgere anche questo impegno che però non è secondario» (pare infatti che ormai gli uffici del parco siano sempre più sguarniti con numerosi dipendenti impegnati con la Rete Metropolitana). «Tralasciamo poi sempre sullo stesso argomento la mancanza di un giusto sostegno ai prodotti e alle imprese col marchio del Parco che orbitano nell’area e nelle borgate oramai isolate e sempre meno coinvolte nelle scelte del territorio. Insomma siamo sempre alle solite, si lamentano delle critiche ma poco o niente fanno per evitarle dando l’impressione all’esterno che si pensi tanto al profitto e al business e meno alla tutela ambientale» chiude Mimmo Pirisi.

Foto d’archivio

Leggi l’articolo su: Alguer.it

Alguer.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Naufragio all’Asinara, superstite in caserma ‘è molto provato’

Naufragio all’Asinara, Giovannino Pinna interrogato fa scena muta davanti alla pm