Una commedia nera che indaga il disagio giovanile, il malessere e la confusione di una generazione priva di ideali e di speranze per il futuro: i protagonisti trascorrono le loro giornate apparentemente senza impegni di studio o di lavoro, compongono lettere “immaginarie” e si confrontano con le piccole e banali incombenze del quotidiano, in una convivenza resa difficile da tensioni sotterranee e legami di sangue, alleanze e antagonismi, culminante in una tragedia annunciata.
“Due Fratelli” – nella mise en scène de L’Effimero Meraviglioso, con Noemi Medas, Federico Giaime Nonnis e Leonardo Tomasi, per la regia di Maria Assunta Calvisi – si svolge nello spazio claustrofobico di un appartamento in città, che Boris e Lev dividono con una coinquilina, Erika, dal passato enigmatico: tra i due uomini esiste un rapporto strettissimo, quasi simbiotico, fondato sulle radici comuni e su vicende familiari cui si allude in modo ambiguo, nel quale si inserisce, o meglio si insinua, quasi inconsapevolmente, nel ruolo di pericolosa e conturbante femme fatale, la donna indipendente e spregiudicata, quale simbolo del caos.
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