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Taxi minacciano uno sciopero di 48 ore a ridosso delle elezioni Europee

“Lunedì avremo un incontro con un rappresentante del governo, se l’interlocuzione non sarà positiva, attesi i tempi tecnici, siamo pronti a scioperare di nuovo per 48 ore, a ridosso delle elezioni Europee”. Lo dicono i rappresentanti sindacali che hanno indetto lo sciopero a Piazza San Silvestro, a cui “l’adesione – dichiarano all’ANSA le sigle sindacali che lo hanno indetto – è stata pressoché totale in tutta Italia”.  

Lo stop dalle 8 alle 22 in tutta Italia. Un’astensione dal lavoro che ha messo d’accordo praticamente tutti i sindacati e le sigle tranne il 3570 di Loreno Bittarelli – l’ultima risale al luglio 2022 – che auspicano “la partecipazione di tutta la categoria a difesa del proprio lavoro, per contrastare l’uso illegittimo delle autorizzazioni da noleggio e salvaguardare la propria autonomia e indipendenza dalla schiavitù di algoritmi e multinazionali”. Ma le associazioni di consumatori parlano di “sciopero inutile” che serve solo “a mantenere privilegi di casta”. Di “inutilità” dello sciopero parla il Codacons, “i cittadini non avvertiranno alcuna differenza rispetto a qualsiasi altro giorno della settimana perché i taxi sono già abitualmente introvabili nelle principali città italiane”. Per Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, si tratta del “solito sciopero immotivato e preventivo per mantenere i privilegi di casta”. Per Assoutenti si tratta di uno “sciopero assurdo e immotivato”.

In piazza San Silvestro intanto si è creato un clima da stadio. Circa 500 persone, la maggior parte vestite con maglietta nera, si sono raccolte infatti fra la piazza e via del Tritone, che è rimasta bloccata. Fumogeni, campanacci, bombe carta e cori da curva hanno caratterizzato la manifestazione: “Uber, Uber, vaff…”, “Le multinazionali non le voglio”, “Siamo noi, siamo noi, i tassisti dell’Italia siamo noi”, “Bittarelli pezzo di m…”, “Chi non salta è un uberino”, “Ladri, papponi, fuori dai c…”, “La sentite questa voce? Vaff…”. Particolarmente “calda” la delegazione da Torino, incitata al megafono. Arringano al folla in dialetto anche i rappresentanti dei tassisti napoletani. I manifestanti issano fra le altre le bandiere dell’Usb, di Uritaxi, di Taxi Torino, di Satam Cna, di Uiltrasporti 

 

Le ragioni dello sciopero

I tassisti chiedono al governo regole certe per il settore e cercheranno di spiegare le loro ragioni ai cittadini distribuendo volantini: “la nostra non è e non deve sembrare una difesa corporativa, scenderemo in piazza anche a tutela dell’utenza – sottolinea il responsabile nazionale di Ugl taxi, Alessandro Genovese – Oggi gli utenti possono contare infatti su tariffe certificate, domani, senza decreti attuativi adeguati e quindi senza regole non è detto: se cresce la domanda di servizi taxi e ncc gli algoritmi delle multinazionali vanno alle stelle; in situazioni di emergenza o per calamità naturali i prezzi, come abbiamo visto, sono lievitati anche del 400%”. E ricorda che “a febbraio i ministri Urso e Salvini ci avevano convocato per definire i decreti attuativi adeguati con l’impegno a approvarli entro aprile. Ma alcuni incontri al Mise, dove è stato ricevuto il vice presidente di Uber Tony West, e alcune dichiarazioni ai question time ci hanno dato l’impressione che tutto sia fermo, mentre a causa delle multinazionali che operano nelle grandi città la deregolamentazione è sotto gli occhi di tutti”.

Il coordinatore dell’Usb Riccardo Cacchione spiega che “l’atteggiamento complessivo della maggioranza in questo ultimo periodo ha fatto scattare il nostro allarme: le interferenze che Uber ha imposto alla politica non sono una novità, e quindi quello che è a tutti gli effetti uno stop al confronto e un rimpallo tra diversi ministeri ci impone di andare direttamene a un confronto con la presidente del Consiglio Meloni. Chiediamo con forza che la maggioranza concluda il confronto con la nostra categoria e chiediamo che i decreti attuativi adeguati, fermi da ormai 5 anni nei ministeri Sviluppo Economico e Trasporti, che definiscono le regole e vincoli a tutela del trasporto pubblico, vengano al più presto approvati”. Incalza il segretario nazionale di Cgil taxi, Nicola Di Giacobbe: “Scioperiamo per chiedere al governo di scrivere e approvare decreti che servano ad attuare lo spirito della legge quadro di settore, non a capovolgerlo per accogliere le pressioni di chi vuole fare profitto con la mobilità”.

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