«Sono emozionato nel poter celebrare insieme a voi questa festa, che non è solo della vostra città, ma la memoria che noi oggi celebriamo è nel cuore e nell’origine dell’essere cristiani in Sardegna. Questa festa ci costringe ad andare al cuore della nostra vita cristiana. Il martirio del soldato Gavino, del presbitero Proto e e del suo diacono Gianuario ci grida una cosa semplice: Cristo per loro era qualcuno per cui morire, un martirio per noi tutti un esempio».
Così don Salvatore Bulla in occasione della celebrazione eucaristica in onore dei Santi Martiri Turritani.
Dal palco di Balai, a Porto Torres, le parole dei parroci e dei sacerdoti, monsignor Salvatore Masia, don Boniface Da e don Giovanni Falconi. Alla messa è seguita la lunga processione che segna il ritorno dei simulacri lignei alla basilica di San Gavino, luogo di sepoltura dei Martiri. Un cammino di fede che vede la partecipazione di centinaia di fedeli, una devozione e un rito secolare ancora sentito dopo 1721 anni.
Il lungo corteo di abiti in costume, dei gruppi Intragnas ed Etnos, i gruppi di Sennori e Sassari, seguiti dai comitati di bandiera e dalla autorità civili e militari, ha accompagnato in processione i simulacri portati in spalla dai portadores.
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