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Terremoto alla Fondazione Alghero, sindaco Conoci revoca Delogu

Terremoto alla Fondazione Alghero.

   
Il sindaco della città catalana, Mario Conoci, ha revocato le
cariche al presidente Andrea Delogu e alla consigliera di
amministrazione Sara Govoni.

   
La decisione è stata formalizzata oggi con due decreti
pubblicati sull’albo pretorio del Comune. La notizia irrompe in
una campagna elettorale che si annuncia infuocata senza nemmeno
essere iniziata. Il provvedimento di Conoci suona infatti come
una dichiarazione di guerra nei confronti del centrodestra e del
suo candidato sindaco, Marco Tedde, di cui Delogu è espressione
all’interno di Forza Italia e della Fondazione stessa.

   
La scelta di silurare il presidente e la consigliera di
amministrazione certifica, qualora ce ne fosse bisogno, i
pessimi rapporti tra gli azzurri e l’attuale sindaco, culminati
lo scorso anno nella defenestrazione dalla giunta degli
assessori di Forza Italia: la vicesindaca Giovanna Caria e il
titolare dei Lavori pubblici, Antonello Peru. Ma il
provvedimento odierno rappresenta anche il passaggio di Conoci,
non formale ma netto, al fronte centrista che sta affilando le
armi in vista delle elezioni comunali, in contrasto con la
scelta dei partiti di centrodestra.

   
Del raggruppamento fanno parte i Riformatori, che sono pronti
anche a rinunciare al simbolo e a mettersi in proprio, Sardegna
al Centro 2020, Psd’Az e Noi con Alghero.

   
La mancanza del rapporto di fiducia, la scarsa collegialità e
condivisione delle scelte, nonché il ritardo nell’indizione
delle procedure concorsuali per la nomina del direttore
generale, ruolo che Delogu ha ricoperto contestualmente a quello
di presidente, sono le motivazioni formali con cui Conoci ha
deciso di revocare il cda. Motivazioni che peraltro aveva
addotto anche l’ex vicepresidente della Fondazione Alghero,
Pierpaolo Carta, dimessosi il 23 febbraio scorso, a due giorni
dalle elezioni regionali.

   
Il polo moderato nei giorni scorsi non aveva escluso un
percorso autonomo o la disponibilità a convergere con chi fosse
disposto a parlare di programmi e di metodo di gestione dei
rapporti tra alleati. A giudicare dalla mossa del sindaco,
transitato in Fratelli d’Italia giusto il tempo di una
candidatura alle regionali che ha prodotto un risultato
elettorale deludente, una ricomposizione col centrodestra e con
Tedde è da escludere. Restano in campo due ipotesi: che i
centristi si presentino da soli alle amministrative dell’8 e 9
giugno o che aderiscano al campo larghissimo al quale sta
lavorando il Pd, ma sul quale oppone forti resistenze il M5S.

   

   

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