in

I docenti della scuola di Pioltello, ‘aggrediti dallo Stato’

Si sentono “aggrediti dallo Stato” i quasi 200 insegnanti dell’istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello, la scuola del Milanese al centro delle polemiche per la decisione di lasciare gli alunni a casa il giorno di fine ramadan. E chiedono in una lettera di “abbassare i toni” ed evitare le strumentalizzazioni di una scelta “legittima” fatta solo per motivi didattici, mentre la vicepreside Maria Rendani fa un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché venga a Pioltello e “intervenga”.

La delibera del Consiglio di istituto con cui è stata approvata la scelta di chiudere il 10 aprile, secondo gli ispettori dell’ufficio scolastico regionale, ha delle “irregolarità”, come ribadito anche oggi dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Da qui la richiesta al preside Alessandro Fanfoni di sospenderla o annullarla. Per questo lunedì è stato convocata una riunione straordinaria del consiglio d’istituto che affronterà le contestazioni “quanto meno discutibili” come le ha definito Mirko Dichio, che del consiglio fa parte.

“La vera inclusione negli istituti ad alta presenza di studenti stranieri si realizza con nuove forme di potenziamento della didattica e con più adeguati criteri di formazione delle classi”, ha detto Valditara che ha espresso la sua solidarietà al preside bersaglio di insulti e minacce ma ha anche attaccato “chi ha cercato di strumentalizzare l’operato degli uffici del ministero in modo scomposto e indegno. Si è arrivati a parlare di razzismo e di islamofobia. Parole gravi e irresponsabili, soprattutto in un periodo gravido di tensioni”.

“Se una Regione deciderà che il giorno in cui si festeggia la Pasqua ebraica o il Ramadan è festa, allora ci inchineremo. Finché questo non c’è – ha commentato il presidente del Senato Ignazio La Russa – è sbagliato pensare che sia giusto quello che ha fatto l’istituto di Pioltello”. Di “occasione d’integrazione mancata” parla invece Mohamed Pietro Danova, presidente della comunità islamica El Huda di Pioltello. Le scuole non possono decidere giorni di festività, ma hanno alcuni giorni a disposizione in cui possono decidere chiusure per motivi didattici.

E gli insegnanti di Pioltello continuano a ripetere che solo per questo loro lo hanno fatto, perché oltre il 40% degli alunni è straniero e molti nel giorno di Eid Al Fitr sarebbero comunque rimasti a casa. “Riteniamo che fare lezione con metà degli alunni in classe NON sia fare lezione – scrivono -, che le attività proposte andrebbero comunque riprese e che sia necessario sospendere le attività didattiche nel giorno in cui quasi metà della scuola è assente”.

“Come lavoratori della Scuola ci sentiamo offesi e maltrattati, in questi giorni siamo calpestati nei valori e nella dignità. ‘Chi aggredisce un dipendente di una scuola aggredisce lo Stato’ ha dichiarato il Ministro Valditara poco tempo fa, ma da giorni – raccontano – ci sentiamo aggrediti e non tutelati dall’ondata di odio generata su stampa e social anche da parte di esponenti politici”. La vicepreside assicura che “la decisione di chiudere il 10 aprile “è una scelta didattica. Non ha nulla di ideologico, nulla di religioso. Non abbiamo voluto inserire alcuna festività, non vogliamo togliere l’identità a nessuno e non vogliamo sopprimere nessuna cultura”.

“Chiedo a Mattarella di intervenire, di venire a Pioltello a sostenerci – dice Rendani che due anni fa dal Capo dello Stato è stata nominata cavaliere al merito della Repubblica per il lavoro fatto in classe durante la pandemia – perché ci sentiamo soli. Lui è l’unico che può scrivere la parola fine in questa triste storia. Come posso ritrovare la forza e il coraggio di insegnare ai miei alunni che lo Stato italiano difende i cittadini?”. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Leggi l’articolo su: Ansa.it

Ansa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

GIPHY App Key not set. Please check settings

Parco di Porto Conte, passa un bilancio di previsione da quasi sei milioni di euro

Sassari: poliziotti si dividono 5mila euro sequestrati a un pusher, condannati