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Il padre di una ragazza denuncia un giro di spaccio, 18 arresti nel Reggino

La denuncia di un padre in
ansia perché la figlia ventenne faceva uso di droga, ha portato
stamani ad un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale
di Reggio Calabria che hanno arrestato 18 persone – 9 in carcere
e 9 ai domiciliari – in esecuzione di un’ordinanza del gip
Federica Giovinazzo su richiesta del procuratore di Palmi
Emanuele Crescenti e del pm Davide Lucisano. L’inchiesta,
denominata Perseverant, ha stroncato un articolato giro di
spaccio di cocaina e marijuana ed è iniziata nel marzo 2020 dopo
la denuncia dell’uomo ai militari di Taurianova. I carabinieri
hanno riscontrato l’esistenza di un florido mercato della droga
con base a Taurianova e ramificazioni a Rosarno, Platì e
Gerocarne, dove avevano base i fornitori del droga.

   
Lo spaccio non si è interrotto neanche durante la pandemia
Covid. Gli indagati, per ridurre il rischio dei controlli,
avevano iniziato a consegnare le dosi in bicicletta,
direttamente presso le abitazioni degli acquirenti, dopo che le
“ordinazioni” venivano effettuate online tramite applicazioni di
messaggistica. Secondo gli investigatori, gli indagati avevano
un giro di affari di oltre un milione di euro.

   
Nel corso delle indagini, 9 indagati erano stati arrestati in
flagranza di reato. Nel luglio 2020, infatti, i carabinieri
hanno trovato una piantagione di canapa indiana allestita in un
bunker occultato sotto un capannone agricolo. Lì, tre metri
sotto il terreno, gli indagati avevano allestito degli impianti
idroponici, completi di sistemi di riscaldamento, ventilazione e
illuminazione a lampade Uv, destinati alla gestione di varie
coltivazioni di canapa indiana, differenziate per il potenziale
tossicomanigeno.

   
Lo stupefacente, una volta lavorato in dosi, avrebbe fruttato
agli indagati utili non inferiore a 200mila euro.

   
L’indagine della Procura di Palmi, infine, ha fatto luce
anche sui maltrattamenti che la moglie e la figlia di uno degli
arrestati hanno dovuto subire per anni in silenzio. Rese
incapaci di denunciare, costrette a vivere recluse,
quotidianamente umiliate e più volte malmenate, le due donne
sono state ora soccorse dai carabinieri.

   

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