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La legge elettorale sarda, voto disgiunto e sbarramento

Un unico turno, sbarramento, vince chi prende un solo voto in più, è prevista la doppia preferenza di genere ed è consentito il voto disgiunto. Sono queste le caratteristiche della legge elettorale in Sardegna, dove domenica 25 febbraio si svolgeranno le consultazioni per il rinnovo del Consiglio regionale e per eleggere il presidente della Regione.

Da assegnare ci sono 60 seggi, dopo la sforbiciata di dieci anni fa che ne aveva cancellato 20: sono 59 più il secondo classificato tra i candidati presidente, norma che nel 2014 non consentì a Michela Murgia, nonostante i 70mila voti e il 10% delle preferenze personali, di entrare nell’Aula di via Roma.

Otto le circoscrizioni elettorali: Cagliari, Carbonia-Iglesias, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano e Sassari. Il totale delle circoscrizioni forma il collegio unico regionale ai fini del calcolo dei voti attribuiti ai candidati alla carica di presidente e dell’attribuzione e del riparto dei seggi fra le coalizioni e i gruppi di liste. Nella ripartizione territoriale, che rispecchia la popolazione, Cagliari è sempre la più rappresentata con 20 consiglieri, seguita da Sassari con 12. Nuoro, Oristano e la Gallura ne avranno 6 per ciascuna, 4 saranno gli eletti nel Sulcis, 3 nel Medio Campidano e 2 in Ogliastra. 

Al voto è possibile esprimere la preferenza per una lista e per un candidato presidente non collegati fra loro (voto disgiunto) e per la seconda volta nell’isola sarà prevista la possibilità di esprimere due preferenze purché siano destinate a candidati di genere diverso. Per essere eletto, al candidato presidente basta la maggioranza, anche relativa, delle preferenze. 

Alle liste collegate al vincitore sarà assegnato un premio di maggioranza calibrato: il 60% dei seggi nel caso il presidente eletto abbia ottenuto una percentuale di preferenze superiore al 40%, il 55% dei seggi nel caso abbia ottenuto una percentuale di preferenze compresa fra il 25% e il 40%, nessuno sotto il 25%. La legge prevede anche una soglia di sbarramento: il 10% per le coalizioni e il 5% per le liste sciolte. 

 

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