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L’ospedale del futuro: il convegno ad Alghero

ALGHERO – L’ECM che si è svolto nel fine settimana ad Alghero, presso l’Hotel Calabona, è stato organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Sassari. Dal convegno è emerso che gli ospedali del futuro, anche e soprattutto nell’interesse dell’utenza, devono essere “«facilmente accessibili, avere un’integrazione urbana, l’ottimizzazione dei trasporti interni, l’utilizzo di materiali green, innovativi e riutilizzabili, un basso impatto ambientale, essere flessibili ed adattabili a fisarmonica, a seconda delle esigenze, lavorare in rete digitale ed essere connessi con il territorio, avere personale formato e predisposto per le nuove professioni sanitarie, disporre di spazi di convivialità, accesso ai Big data e un aggiornamento costante dei processi di lavoro. Questo il decalogo stilato a conclusione del corso di aggiornamento per un ospedale ideale che si chiude con l’esigenza di un luogo preciso, intelligente e resiliente»”.

Purtroppo, la situazione attuale, anche se si sta lavorando in questa direzione, è che gli «ospedali nascono vecchi» lo ha detto Roberto Manca dell’Aou di Sassari che ha parlato della situazione dei lavori al Santissima Annunziata di Sassari, un progetto partito nel 2014, finanziato con 100 milioni per realizzare il nuovo padiglione del materno infantile, con un nuovo ingresso che ingloba tutte le attività ambulatoriali, ma che è ancora in dirittura di arrivo. «Solo per avere un “via libero” per l’impatto ambientale è trascorso un anno e mezzo – ha dichiarato Manca -. Dall’incarico dei lavori all’ultimazione trascorrono mediamente più di dieci anni, a causa di una burocrazia che ritarda la realizzazione di opere che rischiano di essere superate nel momento in cui si riesce a ultimarle. La costruzione, dopo tutti i permessi durerebbe poco più di un anno».

La tecnologia sta subendo in quest’ultimo periodo un’accelerazione impressionante “In soli sei mesi i macchinari diventano obsoleti”. Lo ha riferito Luigi Bertinato dell’Istituto Superiore della Sanità di Roma nella sua lezione magistrale. «Le risorse ci sono – ha detto Bertinato – ma occorre utilizzarle al meglio, lo squilibrio attuale tra i tanti medici che lasciano la professione e i pochi che iniziano deve essere risolto con politiche differenti da quelle attuali». «La Sanità in Sardegna sta patendo seriamente» ha esordito così Carlo Doria, assessore regionale alla Sanità che ha aggiunto: «La carenza di personale è dovuta alla scarsa gratificazione economica. “siano il fanalino di coda europeo, insieme alla Romania e alla Bulgaria”. Per quanto riguarda l’organizzazione sul territorio Doria sollecita una maggiore flessibilità di ingaggio:“Chiederò al ministro Schillaci che anche alla categoria medica venga applicato l’art. 32 della Costituzione, al pari dei militari, perché il contratto nazionale di lavoro impedisce il trasferimento dei professionisti da una struttura all’altra, in base alle esigenze di un territorio penalizzato dall’insularità. L’art. 32 – ha concluso Doria – dovrà valere più del CCNL. Ora i sindacati mi impediscono di razionalizzare le risorse».

Sulla telemedicina si è soffermato Francesco Gabrielli dell’Istituto Superiore della Sanità di Roma: «siamo di fronte a un momento storico irripetibile, la tecnologia si rinnova continuamente e l’evoluzione della professione deve seguire i ritmi imposti dall’innovazione. Le competenze professionali tendono a sovrapporsi, incastrarsi, fondersi, il lavoro in team è imprescindibile e il Covid ha accelerato questo processo». Il presidente provinciale dell’Ordine, Nicola Addis ha concordato sulla necessità di una formazione continua, «perché i medici devono essere all’altezza di questo compito, si sta lavorando per adeguare il codice deontologico alle nuove tecnologie, alla Telemedicina, all’Intelligenza Artificiale, in un tempo in cui il rapporto medico paziente è in crisi, con l’utenza che arriva dal professionista con diagnosi preconfezionate, ricavate da Internet o da chat-gpt. L’aggiornamento continuo è dunque indispensabile per fornire adeguate risposte, non dimenticando di usare i sensi di cui è dotato. Ascoltare e guardare negli occhi il nostro interlocutore farà la differenza con l’Intelligenza Artificiale, ovvero l’humanitas e l’empatia., cioè le prime cose di cui ha bisogno il paziente che si rivolge al medico e che nessuna macchina potrà sostituire».

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