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Alghero, Elio Pulli ritrova una sua statua dopo 72 anni

Nel 1951 in quel giorno si corre in bicicletta la Sassari Cagliari.  Ma Elio e suo padre non lo sanno. E devono aspettare il passaggio del gruppo prima di scendere nei tornanti tortuosi di Scala di Ciogga, l’unica strada che collega il capoluogo sassarese con la Carlo Felice. Destinazione Campo Mela, a pochi chilometri da Sassari, dove devono consegnare la statua di San Martino ad un facoltoso possidente.

La consegna avviene senza impedimenti, con un lauto spuntino alla sarda e un minestrone indimenticabile per festeggiare l’occasione. Padre e figlio con i cavalli (rifocillati pure loro)  tornano al capoluogo. È quasi buio. E il buio calerà sulla loro statua. Se ne dimenticano tutti. E non si seppe più nulla. Elio Pulli diventa a breve un grande artista, conosciuto a livello nazionale: pittore e scultore.

Poi dopo 72 anni la sorpresa. Qualche settimana fa si presenta a casa sua un caro amico: Gianni Simula, che proprio a Campo Mela con la famiglia da decenni ha fondato un’azienda di acque minerali: la San Martino. Famosissima in Sardegna. Gianni ha in mano una statua. Vuole restaurarla. Elio Pulli la guarda attentamente, qualche secondo, poi compiaciuto e sicuro esclama «È quella che ho fatto con mio padre 72 anni fa». Sì, proprio la statua di San Martino, quella che nel 1951 portò in calesse a Campo Mela. Da qualche anno riposava, non si sa come e nemmeno il perché, tra le cose accantonate della casa di Gianni Simula.

Che però ha avuto l’intuito di riconoscerne il valore. E che valore. Ora la statua di San Martino, splendida nei suoi colori sfavillanti e nell’espressione fiera, grazie alle mani sapienti mani di  Elio Pulli, 91 anni, è tornata lucente come una volta. In bella mostra nella sua casa di Porto Conte presso Alghero. L’artista è orgoglioso di farla vedere ad amici e amiche. Ma con una storia in più, affascinante, da raccontare. E un minestrone prelibato da cucinare ai visitatori.

«Perché io – afferma il famoso artista – quel minestrone di Campo Mela non me lo sono mai dimenticato e da allora, con quella ricetta, è sempre stato uno dei miei piatti preferiti. Da gustare con le persone sincere che vengono a visitarmi».

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