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Valanga a Courmayeur, trovata morta la seconda sciatrice

E’ stato individuato questa mattina ilcorpo della seconda sciatrice svedese morta dopo essere stata travolta da una valanga caduta domenica nel canale degli Spagnoli, in val Veny, sopra Courmayeur. Il cadavere è stato portato nella camera mortuaria del paese. I soccorritori l’hanno individuata con un sorvolo in elicottero, impiegando l’Artva,
un dispositivo per la ricerca dei dispersi sotto valanga.

La giovane faceva parte di una comitiva di quattro sciatori tra i 21 e i 25 anni, provenienti dal paese scandinavo, impegnati in una discesa in fuoripista: il corpo di una
venticinquenne era già stato recuperato domenica pomeriggio, mentre sono riusciti a salvarsi i due ragazzi che erano nel gruppo.

Le operazioni erano state sospese nel tardo pomeriggio a causa della scarsa visibilità, che non consentiva di valutare il pericolo di ulteriori distacchi. Le buone condizioni meteo di stamane hanno invece consentito di operare agli uomini del Soccorso alpino valdostano e del Soccorso alpino della guardia di finanza di Entrèves.

La valanga si è staccata a circa 2.300 metri, percorrendo uno sviluppo di circa 600 metri, arrivando al fondo valle. E’ avvenuto intorno alle 13 nel canale degli Spagnoli, in fondo alla vallata: si tratta di un couloir di circa 1.000 metri, a tratti molto ripido, considerato una sorta di ‘paradiso’ per gli amanti dello sci estremo e della neve fresca. Le due ragazze sono state investite in pieno dalla massa di neve piombata a valle: una è stata trovata subito, gli amici hanno provato a rianimarla ma ogni tentativo è risultato vano ed è morta probabilmente a causa di un politrauma. L’altra invece è stata trascinata a valle per almeno 400 metri. 

Valanga sopra Courmayeur, le immagini dall’elicottero

L’allarme è scattato non appena la valanga è scesa a valle: a darlo sono stati gli amici che hanno contattato la centrale unica. Il Soccorso alpino valdostano ha organizzato due squadre a piedi – composte da tecnici, personale della guardia di finanza e un medico rianimatore del 118 – dato che le condizioni meteorologiche (assenza di visibilità per la presenza di nuvole basse) impedivano all’elicottero di raggiungere la zona. La prima squadra è partita dall’Arp ed è giunta al canale, una sorta di imbuto ghiacciato e quasi verticale, iniziando a percorrerlo in discesa fino a raggiungere i due ragazzi superstiti, entrambi rimasti illesi.

La seconda ha invece risalito la val Veny con le pelli di foca. A rallentare le operazioni c’è stato anche il pericolo che si staccassero altre valanghe. Le prime informazioni, fornite durante quei concitati momenti, sono risultate imprecise, portando i soccorritori nel vicino canale dei Vesses. Alla fine, verso le 16,30, la zona del distacco è stata raggiunta. I tecnici del Soccorso alpino valdostano hanno quindi cominciato a sondare la valanga alla ricerca del disperso, a lungo hanno setacciato la colata di neve. E’ stato anche tentato un sorvolo con l’elicottero per osservare da vicino la zona centrale del canale, quella più pericolosa. Tutto invano. Il corpo della vittima è stato portato a valle e la salma è stata composta nella camera mortuaria del cimitero di Courmayeur. Le indagini sono affidate agli uomini del Soccorso alpino della guardia di finanza di Entreves: nei prossimi giorni saranno sentiti i due superstiti in qualità di testimoni per ricostruire la dinamica dell’incidente.

Il pericolo valanghe domenica nella val Veny era ‘marcato’, indice 3 su una scala di 5 punti. Secondo il bollettino emesso dalla Regione Valle d’Aosta, “soprattutto sui pendii molto ripidi esposti a nord, nord est ed est le valanghe possono coinvolgere la neve vecchia debole e raggiungere dimensioni medie: le escursioni e le discese fuori pista richiedono esperienza nella valutazione del pericolo”. Gianluca Marra, responsabile della stazione di Courmayeur del Soccorso alpino valdostano, non ha dubbi: “La pioggia è stato un fattore determinante nel provocare il distacco di quella valanga. Anche lo sbalzo termico delle ultime ore ha avuto un ruolo nell’incidente”. “Il canale degli Spagnoli non è vietato – ha aggiunto – ma è sconsigliato. Viene sceso poche volte, non è molto frequentato rispetto ad altri canaloni, è molto ripido e ci sono pericoli oggettivi”. Nel febbraio del 2019, proprio in quel canale, quattro sciatori furono travolti e uccisi da una slavina.

Leggi l’articolo su: Ansa.it

Ansa

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