Sorridenti, vitali e con l’entusiasmo tipico della loro giovane età. Pieni di energia, talvolta fuori dagli schemi ma attenti alle questioni sociali. In più di un’occasione consapevoli che il loro impegno può contribuire a un cambiamento positivo nella società. Sono le studentesse e gli studenti del liceo scientifico e linguistico Marconi che hanno scelto la Giornata internazionale della donna per fare un importante gesto di altruismo, quello di donare il sangue.
Prosegue nelle scuole della città il progetto “A scuola con l’Avis”, un’iniziativa di sensibilizzazione sul tema della donazione del sangue, degli emocomponenti e delle cellule staminali ematopoietiche.
Dopo la conferenza che si è tenuta nei giorni scorsi nella scuola di via Donizetti, i ragazzi e gli insegnanti hanno dato una prova tangibile della loro sensibilità e in tanti hanno aderito all’iniziativa organizzata insieme all’Avis, all’Admo (Associazione donatori di midollo osseo) e al centro trasfusionale dell’Aou di Sassari.
«Sono fabico e portatore di microcitemia. Vorrei donare, posso farlo?», Andrea frequenta la quinta classe ed è un ragazzo molto determinato e vuole donare «perché lo ritengo un atto molto importante e perché ho dei vissuti familiari».
Fabio e Sara hanno raggiunto da poco compiuto 18 anni e aspettano il loro turno perché «donare è una cosa utile e si possono salvare molte vite».
In prima linea anche gli studenti universitari dell’associazione Alfa Elica Medicina che, nei giorni scorsi, hanno organizzato nelle aule universitarie di viale san Pietro una conferenza dal titolo “Donarsi salva la vita” durante la quale è intervenuto il dottor Pietro Manca, direttore del centro trasfusionale dell’Aou di Sassari.
«Il 46% dei pazienti che hanno bisogno di sangue sono talassemici. A fronte di un fabbisogno di 110 mila unità di sangue, in Sardegna riusciamo a raggiungere solo 80 mila unità, mentre le altre 30 mila le dobbiamo importare. E’ difficile raggiungere l’autosufficienza ed è per questo che è importante che andiate a donare in tanti. Un fabico può donare e può donare anche un portatore sano di microcitemia, l’importante è che abbia i valori di emoglobina nella norma», ha affermato il dr Manca durante l’incontro.
A pochi metri di distanza, sono tanti gli studenti di medicina e delle professioni sanitarie che aspettano il loro turno davanti all’autoemoteca nel piazzale vicino al complesso biomedico dell’Università.
“Siamo molto soddisfatti della risposta degli studenti. Sia al liceo Marconi che qui alla facoltà di medicina, le adesioni sono state numerose. Abbiamo raccolto oltre quaranta sacche. Questo ci dà molta fiducia per il futuro», hanno affermato Serafino Dettori e Nello Merella dell’Avis.
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