Il governo americano scende in campo e annuncia un piano per evitare che il fallimento di Silicon Valley Bank (SVB) si tramuti in una nuova Lehman Brothers, mentre le autorità chiudono un’altra banca – la Signature Bank – in quello che è il secondo grande fallimento di un istituto di credito in tre giorni e il terzo maggiore nella storia dopo Washington Mutual nel 2008 e la stessa Svb.
Il Tesoro, la Fdic e la Fed annunciano – in una nota congiunta – che tutti i depositi presso Svb saranno disponibili da oggi, quindi anche quelli sopra il 250.000 dollari assicurati dalla Federal Deposit Insurance Corp. Inoltre la banca centrale mette a disposizione una nuova finestra di liquidità per aiutare le banche a rispondere alle richieste dei clienti in caso di fuga.
“Sono lieto che sia stata trovata una soluzione rapida che tutela i lavoratori americani e le piccole imprese, e mantiene al sicuro il nostro sistema finanziario. Una soluzione che assicura inoltre che i soldi dei contribuenti non siano messi a rischio”, afferma il presidente americano Joe Biden, impegnandosi “a far sì che chi ha causato questo sia ritenuto interamente responsabile e a continuare gli sforzi per rafforzare la supervisione e la regolamentazione delle banche più grandi in modo da non trovarci ancora in questa situazione”.
In una nota congiunta, il Tesoro, la Fdic e la Fed parlano di un’azione “forte” che ha come obiettivo quello di “proteggere l’economia americana rafforzando la fiducia nel nostro sistema bancario”, precisando che “il sistema bancario resta resiliente e si basa su fondamenta solide, in larga parte grazie alle riforme effettuate dopo la crisi finanziaria”. Parole però accompagnate dalla chiusura da parte della autorità di una seconda banca, la Signature Bank, nello Stato di New York e uno dei maggiori istituti per le società cripto.
“Non è il 2008”, si affrettano comunque a commentare dal Tesoro americano sottolineando che il piano non implica alcun salvataggio. “Vengono tutelati i depositanti” mentre i titolari di azioni e bond vengono spazzati via, precisa il Tesoro confermando così la linea di Janet Yellen che, a chiare lettere, aveva detto che non ci sarebbe stato alcun salvataggio. L’azione del governo e della Fed, “pronta a far fronte a ogni problema di liquidità che potrebbe emergere”, punta a disinnescare i timori di un effetto contagio dal fallimento della banca e a tutelare le centinaia di start-up tecnologiche e non solo che avevano depositi alla Silicon Valley Bank. Tutelando tutti i depositi, anche quelli sopra i 250.000 dollari che rappresentano il 90% dei depositanti di Svb. Un segnale quindi di distensione che punta a evitare una crisi bancaria dalle conseguenze imprevedibili anche per il presidente Joe Biden che si appresta a decidere su una sua possibile ricandidatura per il 2024. “Monitoriamo da vicino le condizioni del mercato finanziario e siamo pronti a usare tutti gli strumenti a sostegno delle famiglie e delle imprese e a prendere ulteriori misure se necessario”, precisa la Fed. Monitora anche il Tesoro, valutando se il caso di Svb possa richiedere ulteriori regole.
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