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Pinacoteca Nazionale di Sassari, quinto appuntamento sabato con la rassegna “Specchio del fuoco che tutti agogniamo”

Sassari. Da diverse settimane l’Associazione Il Colombre porta avanti a Sassari la rassegna “Specchio del fuoco che tutti agogniamo”, un percorso che appuntamento dopo appuntamento indaga il tema del perturbante attraverso i linguaggi contemporanei dell’arte. Una rassegna che prende forma e corpo attingendo alle artiste e agli artisti sardi, cercando connessioni e divaricazioni stilistiche e concettuali, mescolando linguaggi e identità generazionali.
L’appuntamento di sabato 25 marzo, alle 17.30, negli spazi della Pinacoteca Nazionale di Sassari, attraverserà i suoni e le visioni degli Hermetic Brotherhood of Lux-Or, progetto musicale della Trasponsonic, basata a Macomer.

Ancora una collaborazione dell’Associazione il Colombre con la Direzione Regionale dei Musei Sardegna e la Pinacoteca Nazionale di Sassari, realtà, quest’ultima, che si contraddistingue nel supportare e promuovere tutti i linguaggi dell’arte e le capacità espressive del contemporaneo attraverso un dialogo e un confronto con i vari enti culturali del territorio.
Trasponsonic è un collettivo sardo, agitatore culturale, e centro operativo da due decenni attorno al quale ruotano numerose inventive musicali e funge da etichetta per i vari progetti e per l’organizzazione di serate e festival nell’hinterland sardo.

Diverse sono le influenze culturali e musicali degli HBoL e per accennarle facciamo un passo indietro proprio alle origini del collettivo Trasponsonic. L’esperienza cominciò alla fine degli anni ’90 e con l’incontro tra persone appassionate di cinema, teatro, televisione, antropologia, filosofia. L’intento di quegli anni era quello di riuscire ad amalgamare tutte le forme d’arte possibili per poi dedicarsi prevalentemente alla musica. I trasponsoni (da cui deriva Trasponsonica) sono piccoli segmenti di Dna che stanno entro e tra i cromosomi. Rappresentano il meccanismo di ricombinazione genetica tra elementi che non presentano relazione strutturale o ancestrale. La tecnologia trasponsonica fonde elementi artistici, antropologici e sociologici creando la cultura musicale di nuovi uomini in divenire. Uomini arcaici e futuristici allo stesso tempo.
La musica che si inalava in quegli anni di fermento era quella degli Extreme Noise Terror, Anal Cunt, 7 minutes of Nausea e poi il ritorno della psichedelia a metà anni 90 per tornare indietro ai primi Pink Floyd, 13th Floor Elevators, Subarachnoid Space; la wave dei Joy Division, Virgin Prunes, Butthole Surfers, Einsturzende Neubauten, Diamanda Galas al jazz di Sun Ra, Art ensemble of Chicago, musica etnica, avanguardie varie. Poi ci sono le influenze cinematografiche, teatrali, letterarie: Dostoevskij, Pasolini, Gibson, Cronenberg, Artaud, Debord, Burroughs, Bunuel, Steiner, Ballard, Lawrence, Lovecraft, Leary.
Da questo collettivo e dalla derivante etichetta, Trasponsonic appunto, nasce il progetto di punta Hermetic Brotherhood of Lux-Or, una formazione mutante che negli anni ha visto espandere e contrarre la line-up attorno al duo stabile di Laura Dem e Mirko Santoru.
HBoL ha all’attivo sette album, nel 2016, con “Anacalypsis” pubblicato su Boring Machines, Julian Cope, che di psichedelia e roba weird se ne intende, li ha definiti “una delle band più interessante dell’ultimo decennio”.
Nel 2019, annunciano un nuovo album intitolato “Sex and Dead Cities”, pubblicato nell’autunno successivo nuovamente su Boring Machines.
Nessun gigante di pietra che esce fuori dalle acque, nessuna sirena dal canto patinato dalle luci delle pubblicità stagionali e dai servizi dei rotocalchi estivi, l’hinterland sardo è altra storia: colori, odori, ritmi ben lontani anche dai documentari folkloristici che parlano delle maschere tradizionali.

La terra è arida, composta di sassi e macigni basaltici, lo scenario è fratturato, scomposto. Le città come Macomer, dove sono basati gli Hermetic Brotherhood of Lux-Or, sono agglomerati di casermoni in cemento, strade sconnesse, fabbriche ormai chiuse, decadenza industriale, commerciale e paesaggistica. Solo le tradizioni locali, quelle a volte oscure e scomode da raccontare, resistono nei paesi che si ergono tra le colline, tra i boschi dove ancora si possono trovare testimonianze di civiltà vissute 5.000 anni fa.
Accanto al peso antropologico della Sardegna c’è quello altrettanto pressante della cultura industriale. La Sardegna in cui si muovono gli Hermetic Brotherhood of Lux-Or è quella dei siti megalitici, della desolazione delle miniere abbandonate e dei siti produttivi dismessi, orizzonti fortemente legati alla storia e alle istanze sociali che, col trascorrere del tempo, hanno cambiato forma senza perdere forza ed urgenza.
La musica degli HBoL è una riflessione, una testimonianza di un’area abbandonata a se stessa dove vivere è difficile se non insopportabile.
Sopravvivere dunque diventa la necessità, grazie alla fiamma stordente dei riti ancestrali che hanno forgiato la storia delle rocce che compongono quelle colline e che ora giacciono semi-sepolti. Riti che si consumano nella ripetizione ossessiva e nello stordimento, nel tentativo di elevarsi verso una dimensione migliore.

Dopo la performance in Pinacoteca la serata continuerà al Centro Culturale il Colombre, in via Carso 28 (e con entrata anche in via Carso 30 per chi avesse bisogno di usufruire dell’ascensore), per un momento di convivialità e per approfondire con il duo il loro discorso artistico.

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