La protesta contro l’allevamento di maiali a Caniga.
In piazza d’Italia a Sassari, dalle 17 alle 20, si è svolta la manifestazione contro il progetto di un allevamento intensivo di 1.500 maiali nella frazione di Caniga. L’iniziativa riunisce Lav, Leidaa, Oipa, Arci, Av, Animal Voices United e Avi, unite nella contrarietà alla filiera “Il Grugno – Suino Grande Made in Sardegna”, riconducibile all’imprenditore Moro e collegata a un’azienda di Cuneo produttrice di mangimi per allevamenti intensivi.
Durante la protesta, Roberto Corona, volontario della Lav di Cagliari, denuncia con fermezza: “Questi allevamenti si possono definire delle catene di smontaggio di esseri viventi, perché questo sono gli allevamenti, in particolare quelli intensivi: presidi di sofferenza, presidi di sfruttamento, presidi di morte”.
Corona descrive una realtà di privazione e dolore: “Gli animali non vedranno mai la luce del sole, non respireranno mai l’aria aperta, conosceranno solo cemento. Moltissimi moriranno schiacciati per la mancanza di spazio o di malattia. La chiusura totale moltiplica la trasmissione di agenti patogeni, per questo vengono imbottiti di antibiotici che poi finiranno nel ciclo dell’acqua”.
L’attivista mette in guardia anche sui rischi ambientali: “A Caniga molti residenti si approvvigionano dalle falde acquifere. Le deiezioni di migliaia di animali finiranno per inquinare le falde con azoto e antibiotici, generando problemi di salute pubblica”.
Corona conclude con un appello diretto: “Chiediamo al sindaco, in quanto massima autorità sanitaria del territorio, di fermare il progetto per ulteriori accertamenti. Vogliamo un confronto diretto e proponiamo un’ordinanza che vieti in modo assoluto la costruzione o la riattivazione di allevamenti intensivi nel territorio di Sassari”.
Fonte originale e approfondimento: Sassarioggi

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