Sassari si mobilita contro l’apertura di un nuovo allevamento intensivo di suini a Caniga. Diverse associazioni animaliste e ambientaliste, tra cui LAV, LEIDAA e OIPA, hanno espresso il loro fermo dissenso in Piazza d’Italia contro la struttura che ospiterà 1.500 maiali.
L’impianto, benché etichettato come “filiera sarda”, è un modello industriale con impatti significativi. Le associazioni denunciano le inaccettabili condizioni etiche per gli animali, costretti in capannoni senza contatto con l’esterno. Si evidenziano gravi rischi ambientali: i liquami contamineranno suolo e falde, mentre emissioni e odori peggioreranno la qualità della vita dei residenti e deprezzeranno gli immobili.
La preoccupazione si estende al rischio sanitario, con potenziale diffusione di malattie infettive e l’incremento dell’antibiotico-resistenza dovuto all’uso massivo di farmaci. Gli attivisti chiedono uno stop immediato all’espansione degli allevamenti intensivi in Sardegna, sollecitando trasparenza autorizzativa e la difesa del patrimonio naturale dell’isola da modelli produttivi insostenibili, che minacciano di trasformare il territorio in un distretto industriale della carne.
Fonte originale e approfondimento: Sassarioggi

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