Dopo il nulla osta concesso ieri dalla Procura per i minorenni di Bologna, sono stati programmati per martedì 5 novembre i funerali di Aurora, la 13enne che venerdì scorso è morta a Piacenza, precipitata da circa otto metri di altezza. Per la sua morte è accusato di omicidio il fidanzato 15enne, per il quale stamattina è stato convalidato il fermo e confermata la custodia in carcere dal Gip del Tribunale dei minorenni.
Dai primi accertamenti medico legali sul corpo di Aurora, sarebbero emersi segni sulle mani, compatibili con i colpi che il fidanzato le ha dato quando lei si è aggrappata alla ringhiera, nel disperato tentativo di salvarsi.
E’ questo uno degli elementi, sommato alle testimonianze, che hanno portato gli investigatori, Procura per i minori e carabinieri, a convincersi della responsabilità del 15enne, fermato lunedì per omicidio con l’accusa di aver spinto la ragazza giù dal palazzo dove lei viveva. Non risulta invece che il ragazzo abbia utilizzato il cacciavite che aveva con sé per aggredirla.
L’ultimo saluto alla ragazzina si terrà nel Duomo di Piacenza, alle 15, ma per l’ufficialità mancano ancora dei documenti che la famiglia, tramite l’avvocata Lorenza Dordoni, sta recuperando per completare tutti gli adempimenti necessari per il trasferimento della salma da Pavia a Piacenza e poi per la successiva cremazione.
Per approfondire Agenzia ANSA ‘Aurora ha tentato di salvarsi, lui l’ha spinta giù’ – Notizie – Ansa.it Almeno un testimone ha visto la scena. Udienza per il fidanzato (ANSA)
Il fidanzato resta in carcere
Il Tribunale per i minorenni di Bologna ha convalidato il fermo del 15enne accusato da Procura e carabinieri di aver ucciso la fidanzata Aurora, 13 anni, il 25 ottobre a Piacenza. Confermata anche la misura cautelare: il ragazzino resta quindi in carcere, dove si trova da lunedì scorso. L’udienza di convalida si era tenuta ieri e poi il giudice del Tribunale minorile si era riservato la decisione. Il 15enne, aveva spiegato il suo avvocato, Ettore Maini, al termine dell’udienza, “ha risposto alle domande”, ma non ha voluto aggiungere altro né spiegare il tenore o il contenuto delle dichiarazioni del suo assistito.
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