Sassari Il gruppo criminale individuato dai carabinieri del Norm di Sassari nel 2023 aveva a capo una coppia di coniugi sassaresi e si era impadronito di una grande fetta del mercato cittadino dello spaccio di droga. In carcere a Bancali, con l’accusa di essere i due organizzatori del traffico gestito dall’interno della loro abitazione di via Leoncavallo, erano finiti Costantino Oggianu, di 54 anni e sua moglie Emanuela Immacolata Delogu, di 47 (entrambi condannati ieri a 9 anni e sette mesi di reclusione). E anche Samuele Cau, di 31 anni, Roberto Salis, di 43, Roberto Giannichedda, di 56, Simon Pietro Cicu, di 44 e Salvatore Piras, noto “Scheletro”, di 48 anni. I primi due sono stati condannati a 6 anni e undici mesi, gli ultimi tre a 5 anni e quattro mesi. Tutti – secondo le accuse – avrebbero partecipato attivamente allo smercio quotidiano di droga che iniziava dalla mattina presto e andava avanti per tutta la giornata. Agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico erano finiti invece Antonio Spanu, noto “Mocassino”, di 35 anni, Graziano Achenza, di 48, Salvatore Giuseppe Giannichedda, di 45 e Nicola Chessa di 51 anni. A loro il giudice De Luca ha inflitto rispettivamente 3 anni e un mese, 3 anni e venti giorni, Giannichedda ha invece patteggiato 3 anni e un mese (la sua posizione era stata stralciata) e Chessa è stato condannato a 2 anni e otto mesi. La misura più blanda dell’obbligo di dimora era stata disposta dal gip per Antonio Vincenzo Salaris noto “Pastasciutta”, di 35 anni, (condannato a 5 anni), Michele Delogu noto “Pollicino”, di 38 anni (inflitti 5 anni e 4 mesi) e Antonella Fadda di 35 anni (condannata a 2 anni e 8 mesi). Nell’inchiesta erano poi entrati Sabrina Zedda (43 anni, condannata a 2 mesi), Vincenzino Canu (di 40 anni, condannato a 2 anni) e Giuseppe Delogu (di 43, condannato a un anno e 9 mesi). Gli imputati erano difesi dagli avvocati Carlo Foddai, Marco Palmieri, Paolo Spano, Claudio Mastandrea, Maurizio Serra, Luigi Conti, Tina Lunesu, Vilia Fiorillo, Vittorio Campus, Gabriela Pinna Nossai.
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