Sassari C’è un indagato per lesioni in concorso nel fascicolo aperto dalla Procura di Sassari dopo la violenta aggressione subita alle cinque del mattino del 15 agosto nella discoteca Touch on the beach di Alghero da un 23enne. Il giovane – finito per caso in mezzo a una rissa che coinvolgeva altre persone – era stato immobilizzato da un buttafuori e colpito con un pugno molto violento da un ragazzo che aveva con sé gli apparecchi in dotazione agli addetti alla sicurezza del locale. “Un normale e sconosciuto avventore” secondo i gestori della discoteca, “un buttafuori alle dipendenze del locale” secondo la vittima dell’aggressione e i tanti testimoni che avevano immortalato la scena con un cellulare. E sarebbe proprio quest’ultimo, un trentenne senegalese, a esser stato iscritto nel registro degli indagati. È stato possibile identificarlo subito considerato che nel video diventato virale veniva inquadrato chiaramente mentre, dopo una caduta successiva a una spinta, si risollevava da terra e colpiva con ferocia l’incolpevole 23enne. Convinto, probabilmente, che fosse stato lui in precedenza a spingerlo fino a farlo cadere a terra. La vittima dell’aggressione, sanguinante, era rientrata a casa e il giorno successivo un’ambulanza del 118 aveva trasportato il ragazzo in ospedale per i gravi traumi riportati. Ma le accuse non sarebbero solo a carico del trentenne senegalese (difeso dall’avvocato Claudio Mastandrea): la magistratura è certa che altre persone abbiano avuto medesime responsabilità per quanto accaduto. Non va dimenticato, ad esempio, che mentre il 23enne veniva colpito c’era qualcuno che lo immobilizzava stringendogli il collo con un braccio e bloccando con una gamba qualsiasi movimento degli arti inferiori. Il giovane non aveva potuto né schivare quel pugno né provare a difendersi in alcun modo. C’è poi un discorso a parte relativo a un altro fatto: ossia se il senegalese fosse o meno alle dipendenze del locale. Nella denuncia che lui ha presentato ai carabinieri il 17 agosto per la spinta ricevuta ha fornito un’altra versione dei fatti. Ha cioè raccontato di esser andato al Touch insieme a un amico. «Era la prima volta che entravamo in quel posto e siamo andati lì perché ci lavora saltuariamente un mio amico come buttafuori. Gli ho chiesto se potevamo entrare nel privé e mi ha detto di sì». In quel momento il giovane avrebbe sentito alcuni ragazzi «che ci dicevano “negri”. Poi qualcuno, non so chi, mi ha spinto violentemente alle spalle, sono caduto, ho urtato un tavolino ferendomi allo sterno. Mi sono alzato per vedere chi fosse stato e ho avuto una colluttazione con qualcuno. Il 16 agosto sono andato al pronto soccorso». Aveva giustificato il possesso di auricolare e radiolina dicendo che il suo amico buttafuori gli aveva chiesto di tenerli perché doveva andare in bagno. Spiegazione alla quale hanno creduto in pochi. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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