Si è aperto in Corte d’assise a
Sassari il processo per omicidio nei confronti di Alberto Picci,
il 48enne cagliaritano che all’alba del 27 aprile 2022, a Santa
Maria Coghinas, ridusse in fin di vita i genitori, Giuseppe, di
68 anni, e Maria Giovanna Drago, di 67, colpendoli nel sonno con
una fiocina e forbici da pesca. Il padre morì dopo un lungo coma
in seguito alle ferite riportate.
Picci, oggi in aula, è già stato condannato in via definitiva
a 12 anni per il tentato omicidio dei genitori. Ora, dopo la
morte del padre, il sostituto procuratore Angelo Beccu lo accusa
di omicidio. L’imputato è difeso dall’avvocato Claudio
Mastandrea. La Corte, presieduta dal giudice Massimo Zaniboni,
ha aggiornato l’udienza al 25 giugno per sentire i primi testi.
Il 48enne aveva sparato con un fucile da pesca contro il
padre e poi lo aveva anche accoltellato al volto, prima di
colpire la madre alla testa con delle forbici da pesca. Dopo
alcuni giorni in coma farmacologico, la donna aveva iniziato a
riprendersi e a respirare autonomamente, successivamente anche
il marito si era risvegliato e aveva iniziato a rispondere alle
cure dei medici. Purtroppo dopo otto mesi di agonia si era
arreso.
“Non volevo fare del male ai miei genitori, non so perché
l’ho fatto, non è dipeso da me. Ho sentito un’iniezione – aveva
detto in aula durante il processo per tentato omicidio – un
impulso che mi ha portato a farlo. Non me lo spiego nemmeno io”.
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