Sergio Mura, 58 anni, di Sassari, è il nuovo segretario della Cisl sassarese. Sposato, padre di due figlie, laurea in Scienze Politiche, Mura è stato segretario provinciale di Sassari della First Cisl – la federazione della Cisl del settore credito – fino al 2013. Da allora è segretario regionale della stessa federazione, guidata in anni di grandi cambiamenti e di crisi del settore ed economica. Ad affiancarlo nella segreteria ci saranno Maria Giovanna Mela e Alessandro Marcellino.
Mura è stato eletto nel corso del consiglio generale chiamato a sostituire Pier Luigi Ledda, diventato da qualche settimana segretario generale della Cisl e presente ai lavori insieme al leader nazionale del sindacato, Luigi Sbarra. Per il neo segretario Mura «energia e industria; socio-assistenziale-sanitario e servizi essenziali; mobilità, trasporti e reti; Zone interne, opere strategiche e sicurezza del territorio sono i quattro pilastri intorno ai quali si è articolata la proposta operativa della Cisl nel tavolo che ha riunito tutte le forze del territorio. E questi sono i punti su cui dovremo necessariamente continuare a lavorare senza sosta e a richiedere l’impegno delle istituzioni, affinché si possa giungere a dei risultati». «Spero – ha aggiunto il segretario generale confederale della Cisl Luigi Sbarra – che all’indomani delle elezioni europee si ponga fine a questo clima di muro contro muro inutile e dannoso. Si torni a parlare il linguaggio della concretezza e dei nodi che il Paese nei prossimi mesi è chiamato ad affrontare. L’Italia deve dare forma ad un’Agenda che si attivi sul tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, su politiche attive, formazione e competenze, per una nuova politica dei redditi che difenda risparmi, salari e pensioni, sul rinnovo dei contratti pubblici e privati».
Per l’uscente Pier Luigi Ledda: «Recovery Fund, PNRR e programmazione sui fondi strutturali 2021/27 costituiscono, in questa prospettiva, un’opportunità unica e irripetibile per il nord, e più in generale per l’intera Sardegna – ha sottolineato -. Possiamo disegnare un nuovo modello di sviluppo, con un’offerta originale, fortemente ancorata alle radici culturali e all’unicità identitaria del contesto locale, alla capacità di stare al passo con innovazione e modernità perché in grado di puntare sulla qualificazione delle risorse umane e sulle nuove tecnologie e di investire nel digitale, nella riqualificazione dei poli industriali, nelle energie rinnovabili».
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