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Corte Conti, ok a rendiconto Regione ma criticità su spesa

Giudizio positivo di regolarità sul rendiconto della Regione Sardegna per il 2022: equilibri di bilancio rispettati, ma con diversi appunti e in qualche caso vere e proprie bacchettate all’amministrazione, come sull’avanzo di cassa e i debiti fuori bilancio. È il giudizio di parificazione sul rendiconto generale della Regione, esercizio 2022, emesso questa mattina in udienza pubblica dalle sezioni riunite della Corte dei Conti a Cagliari. Nelle relazioni delle magistrate Cristina Ragucci e Lucia Marra il dettaglio dell’analisi effettuata dalla Corte sui conti dell’amministrazione regionale.
    Tra gli elementi principali l’avanzo di bilancio, pari a 171 milioni, ma il saldo della gestione di cassa sale a 2,9 miliardi di euro, “di gran lunga superiore a quello del 2021 già molto elevato di 2,3 mld”. Nel dettaglio, il risultato di amministrazione è pari a 2,314 miliardi di euro, con un incremento rispetto al 2021 di 142mila euro circa (6,5%). Al netto degli accantonamenti (1,1 mld) e della quota vincolata (1 miliardi circa), la parte disponibile del risultato di amministrazione è, appunto, di 171 milioni e 157mila euro, in miglioramento rispetto ai 92 milioni del 2021.
    Un dato positivo che però, come ha sottolineato il procuratore generale Bruno Tridico nella sua requisitoria, “va temperato con quello relativo all’elevata disponibilità di cassa, che, stante il suo reiterato e costante incremento, pone l’esigenza di una migliore programmazione e velocità di spesa”.
    Il saldo della cassa, a fine ’22, infatti risulta pari a 2,9 miliardi di euro, in crescita anche rispetto al 2020 quando era pari a 1,4 miliardi di euro.

La bacchettata di Tridico arriva proprio all’inizio della sua relazione, per “il grave e inspiegabile ritardo di quasi un mese della Regione nella trasmissione del rendiconto, non giustificato né giustificabile da ricambi nei vertici amministrativi”, anche perché la stessa Regione “nega che vi sia stata paralisi amministrativa”. Non solo. La procura contabile rimarca anche che “la giunta avrebbe dovuto approvare il rendiconto entro il 30 aprile, invece si è auto prorogata la scadenza, a differenza di quanto avvenuta nelle altre Regioni”. Segnalata anche la mancata approvazione di un Collegio dei Revisori dei Conti di cui la Regione è ancora sprovvista e le criticità sull’attività di programmazione della Regione, “per il terzo anno consecutivo si fa ricorso all’esercizio provvisorio e per il 2023 c’è già la stessa situazione – ha precisato Tridico -, si tratta di un istituto di carattere eccezionale che in Sardegna sta diventando la regola”.

E ancora le perplessità della Corte sull’impiego delle risorse statali da destinare all’insularità. “La regione ha scelto di assegnare le risorse indistintamente al finanziamento dell’intero bilancio regionale, ma questa scelta sostanzialmente equivale a non attuare alcuna misura concreta per agevolare gli spostamenti di persone e merci”. “L’insularità non è un pretesto per rivendicare astratte compensazioni economiche – ha spiegato il procuratore -, ma una reale ed obiettiva situazione di disagio”. Sull’indebitamento (pari a 1,3 miliardi di euro) le sezioni riunite segnalano 44 debiti fuori bilancio per un totale di 5,2 milioni di euro circa. Mentre altro nodo resta quello del fondo unico per le autonomie locali che desta perplessità per l’allocazione delle risorse (550 milioni l’anno) in maniera indistinta senza specifica delle destinazioni e per l’anomalia di attingere dal fondo per incrementare il trattamento accessorio del personale. Criticità anche per la Sanità con un ritardo anche di due anni nell’approvazione dei bilanci delle Asl.

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