Sono lontani i fasti del 2014, quando Enrichetto, spinto dalla sola lista dei Democratici, arrivò al terzo posto al primo turno, doppiato dalla bionda Salaris e lontanissimo da Mario Bruno, quello che poi divenne al ballottaggio il primo cittadino. In mezzo ci sono stati cambiamenti epocali: crisi economiche, la pandemia, la guerra e Mario Conoci, in rigida scala gerarchia per disgrazie percepite. Rimpiazzare Mario Salis, dentista prestato alla politica per mancanza di idee, non sarà difficile, ma soprattutto non sarà impossibile fare meglio dell’ectoplasma che in questi anni ha diretto il PD dall’oltretomba, delegando l’azione politica in prima linea al consigliere Mimmo Pirisi, e questo fa già ridere senza ulteriori commenti. Ma siamo sicuri che a Daga convenga davvero caricarsi sulla schiena il corpo moribondo di un partito che, in questi anni di opposizione, ha saputo solo chiedere le dimissioni di Conoci nei giorni dispari ed inviare comunicati stampa di indignazione il più delle volte fuori tempo massimo? Peccato non poter chiedere consigli al vero Briatore, quello che diceva che tra 20 anni non ci saranno più falegnami e muratori perchè tutti vogliono andare a studiare. Siamo certi che indirizzerebbe Daga da tutt’altra parte. Gli basterebbe uno sguardo per capire che Enrico con la sinistra non ha nulla da spartire, non è nel suo dna. Proprio come gli operai che si intestardiscono a far studiare i loro figli. E’ una cosa contro natura, un accanimento terapeutico non più accettabile.
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