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Famiglia denuncia, ‘italo-palestinese arrestato da Israele’

“Rilasciatelo”. Questo l’appello che la famiglia di Khaled El Qaisi, cittadino italo-palestinese fermato dalle autorità israeliane lo scorso 31 agosto, ha rivolto allo Stato ebraico. El Qaisi è detenuto in un carcere israeliano in attesa di giudizio dopo essere stato fermato al valico di frontiera di Allenby con la Giordania. L’ambasciata italiana in Israele – in stretto contatto con la Farnesina – sta seguendo il caso attraverso il ministero degli Esteri israeliano ed altre autorità del posto. 

   “Il 31 agosto Khaled El Qaisi, un cittadino italo-palestinese – hanno denunciato in una lettera aperta la moglie Francesca Antinucci e la madre Lucia Marchetti – è stato trattenuto dalle autorità israeliane ed è tuttora prigioniero in virtù di una misura precautelare in attesa di verifica di elementi per formulare un’accusa”. Chiedendo “l’immediata liberazione” del congiunto. Il fermo, secondo la ricostruzione dei familiari, è avvenuto “mentre attraversava con moglie e figlio il valico di frontiera di Allenby dopo aver trascorso le vacanze con la propria famiglia a Betlemme”, in Cisgiordania. Khaled El Qaisi, traduttore e studente di Lingue e Civiltà Orientali alla Sapienza di Roma – hanno poi ricordato – è tra i fondatori del Centro Documentazione Palestinese. “La famiglia, gli amici ma anche chi ha semplicemente avuto occasione di conoscerlo – hanno concluso – sono in fremente attesa di avere aggiornamenti”.

   El Qaisi è stato visitato oggi dal personale dell’ambasciata, che lo ha trovato in buone condizioni di salute. E la sede continua a fornire la massima assistenza al connazionale, mantenendo contatti costanti con i familiari. 

   A favore di El-Qaisi sono intervenuti sia il Movimento 5 Stelle sia Rifondazione comunista. “Assieme agli altri membri dell’intergruppo parlamentare per la Pace tra Israele e la Palestina – ha detto Stefania Ascari, deputata M5s e coordinatrice dell’intergruppo – già ci siamo appellati al ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, all’ambasciatore d’Israele in Italia Alon Bar e a tutte le autorità competenti affinché siano rapidamente accertate le condizioni di salute di Khaled e garantito il pieno rispetto dei diritti all’equo processo e di difesa. Chiediamo inoltre che si esercitino tutte le pressioni necessarie per la sua liberazione immediata. È doveroso che le autorità italiane si attivino per tutelare i diritti di un proprio cittadino. No a un altro caso Zaki”. 

   

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