«La prima richiesta di cassa integrazione straordinaria, avanzata formalmente dalla Nobento il 1 agosto 2023, ha visto il respingimento da parte del Ministero del Lavoro proprio a causa dell’incapacità aziendale di portare avanti un confronto con le parti sociali, ma non solo. La richiesta di cassa integrazione straordinaria per 12 mesi all’80% per tutto il personale della Nobento, recava come motivi di crisi aziendale la modifica al bonus 110%, con la dichiarazione esplicita che in caso di mancata approvazione della stessa cassa integrazione da parte del Ministero, l’unica soluzione sarebbero stati i licenziamenti collettivi. Queste dichiarazioni, datate 1 agosto 2023, anche al tavolo ministeriale hanno segnato forti punti di incongruenza con assunzioni effettuate fino ad maggio, giugno e luglio 2023, assunzioni effettuate quando, con tutta probabilità l’azienda era ampiamente consapevole dello stato di crisi aziendale e dello spettro di licenziamenti e cassa integrazione.
Il percorso di mobilitazione promosso dalla FIOM CGIL che ne è seguito ha visto l’azienda distinguersi per generare conflitto tra i lavoratori stessi e con i rappresentanti dei lavoratori, generando ostacoli anche davanti alla semplice prerogativa dei lavoratori di riunirsi in assemblea, fino a giungere, negli ultimi giorni al licenziamento del rappresentante dei lavoratori e delegato sindacale, compiendo un atto, violento, grave e intimidatorio, oltre che a nostro avviso illegittimo, che nelle sedi giudiziarie troverà giustizia e la corretta sede di confronto».
«Oggi, 28 agosto, al tavolo con il ministero del Lavoro, l’azienda ha confermato il solito atteggiamento, da una parte dichiara la disponibilità al dialogo e al confronto, di fatto mai praticato, dall’altra comunica che la CIGS sarà richiesta a partire dalla fine del mese di settembre, non più per 12 mesi ma bensì per 24 e che, allo scopo di rispondere ai requisiti previsti per la concessione della stessa la ristrutturazione delle linee di produzione riguarderà non solo le linee 1 e 2 a anche la 3 e la 4, precisando altresì che non ci sono possibilità per individuare altri strumenti di gestione.
Su richiesta del ministero, che ha stigmatizzato il comportamento dell’azienda, l’incontro è stato aggiornato al prossimo 4 settembre. Siamo davanti a una vera e propria tempesta sociale e del lavoro che si sta abbattendo su un territorio che mai ha visto una azienda arrivare, in tempi così brevi, a oltre 300 dipendenti, e che mai ha conosciuto l’impatto di una cassa integrazione straordinaria che, sembra destinata a trasformarsi in una crisi definitiva e quindi senza possibilità di ripresa a danno dell’intero territorio e di oltre 300 famiglie. Questo è il costo dell’isolamento e della politica dell’uomo solo al comando, questo è il costo del rifiuto al confronto e dell’aspirazione all’autocelebrazione, un costo che il territorio del Sassarese, con Alghero in testa, non può e non deve pagare in silenzio: ci sono pesanti responsabilità nelle condotte aziendali della Nobento portate avanti fino ad oggi, ed è ora che tutta la cittadinanza chieda e ottenga quel rispetto e quell’ascolto che hanno portato una piccola azienda locale dalle stelle alle stalle, condannando cittadini e lavoratori a un brusco incubo fatto di disoccupazione e futuro incerto» chiude il Segretario Generale Il Coordinatore Incaricato CGIL – Camera del Lavoro di Sassari FIOM – CGIL Nord Sardegna, Massimiliano Muretti.
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