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Guerra in Ucraina: bombe russe sul centro di Chernihiv, 5 morti e 37 feriti

Almeno 5 persone sono morte e altre 37 sono rimaste ferite nel bombardamento russo nel centro della città ucraina di Chernihiv. Lo riferisce il ministero.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky afferma che l’esercito russo ha colpito la piazza centrale della città settentrionale di Chernihiv, compresi un teatro e un’università, avvertendo che ci sono vittime. “Un missile russo ha colpito proprio il centro della città, nella nostra Chernihiv”, ha detto Zelensky su Telegram. “Una piazza, il politecnico, un teatro. Un sabato qualunque, che la Russia ha trasformato in un giorno di dolore e perdita. Ci sono morti, ci sono feriti”, scrive.
Zelensky ha quindi pubblicato un video del luogo dopo il bombardamento in cui si vedono detriti attorno a un grande edificio di epoca sovietica, con auto parcheggiate intorno parzialmente distrutte, tetti frantumati e finestre esplose. Il governatore della regione di Chernihiv, Vyacheslav Chaus, ha affermato in precedenza che il centro della città è stato probabilmente colpito da un missile balistico e ha invitato le persone a “rimanere nei nascondigli”.
Le forze russe hanno marciato attraverso Chernihiv quando hanno invaso l’Ucraina il 24 febbraio 2022, da diverse direzioni, inclusa la Bielorussia. Sono stati poi respinti dalle forze di Kiev. Da allora, l’Ucraina settentrionale è stata in gran parte risparmiata dai feroci combattimenti che hanno infuriato a est e a sud.

   

Lavrov: ‘No alla guerra nucleare ma un deterrente serve’

La Russia rimane “pienamente impegnata nel principio che la guerra nucleare è inaccettabile”, crede che “non ci possano essere vincitori in un tale conflitto e di conseguenza non vada mai scatenato”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, in un’intervista citata dall’agenzia Tass.
“E’ necessario prevenire qualsiasi scontro militare tra potenze nucleari, perché rischia di trasformarsi in uno scontro nucleare: l’obiettivo più importante attualmente è che ogni potenza nucleare eserciti la massima moderazione”, ha sottolineato Lavrov. Il ministro degli Esteri russo ha poi affermato che “il possesso di armi nucleari nel contesto della deterrenza è oggi l’unica risposta possibile ad alcune significative minacce esterne” alla sicurezza della Russia, sottolineando che lo “sviluppo della situazione” intorno all’Ucraina conferma la validità delle preoccupazioni di Mosca in questo settore. “La politica dello Stato nel campo della deterrenza nucleare – ha assicurato Lavrov – è esclusivamente difensiva e finalizzata a mantenere il potenziale delle forze nucleari al livello minimo necessario per la difesa garantita della sovranità e dell’integrità territoriale, prevenendo l’aggressione contro la Russia e i suoi alleati”.
“Le riunioni multilaterali sull’Ucraina a Gedda e Copenaghen a cui la Russia non è stata invitata mostrano che l’Occidente non intende negoziare nulla con Mosca”, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo. Al momento “non ci sono prospettive per colloqui” sull’Ucraina “tra la Russia e l’Occidente” poiché “gli sponsor occidentali continuano a spingere Kiev ad alzare la posta”, ha aggiunto Lavrov. “Più a lungo dureranno gli scontri armati, meno interesse avranno gli investitori occidentali a contribuire alla ripresa postbellica in Ucraina e più debole sarà la loro fiducia nel successo di Kiev sul campo di battaglia”, secondo il ministro degli Esteri russo. Lavrov mette in dubbio che “Kiev potrà essere in grado di onorare il suo debito pubblico. I contribuenti nei paesi occidentali – afferma quindi il ministro degli Esteri russo – non avranno altra scelta che portare l’onere del debito non pagato, causando più inflazione e abbassando il tenore di vita”.

Russia e Cina rigettano le conclusioni del G20 Salute sull’Ucraina

La Russia e la Cina si sono opposte ai passaggi sull’Ucraina inseriti nelle conclusioni del G20 Salute. Al termine della due giorni di lavori nella città indiana di Gandhinagar, i ministri responsabili dei venti Paesi più industrializzati hanno approvato con consenso unanime un testo di nove pagine sulle priorità d’azione in ambito sanitario, ad accezione dei passaggi sull’aggressione russa in Ucraina, rigettati da Mosca e Pechino.

La notte di guerra

L’aviazione di Kiev afferma di aver abbattuto 15 droni russi durante un attacco notturno. Secondo Kiev, 17 droni Shahed di fabbricazione iraniana sono stati utilizzati nell’assalto aereo, ma non ha specificato cosa sia successo agli altri due. Le forze russe “hanno attaccato da nord con ‘Shahed-136/131’. Un totale di 17 droni d’attacco sono stati lanciati dalla regione di Kursk”, affermano le forze ucraine su Telegram, spiegando che le difese aeree sono state attivate nelle “regioni settentrionali e centrali, nonché nelle regioni occidentali”. “Quindici droni nemici sono stati distrutti dalle forze e dai mezzi dell’aeronautica in collaborazione con i sistemi di difesa aerea di altri componenti delle forze dell’Ucraina”, scrive ancora.
Mosca, invece, afferma che “nella notte Kiev ha tentato di attaccare il territorio della Crimea con un missile terra-aria S-200 riattrezzato in un’arma d’attacco, intercettato in volo dalla difesa aerea russa”. In un comunicato diffuso stamattina dal ministero della Difesa e rilanciato dall’agenzia Tass la Russia parla del “tentativo del regime di Kiev di effettuare un attacco terroristico”, specificando che non sono state segnalate vittime o danni a terra.

Intelligence Gb, ‘le forze di Kiev continuano ad avanzare a sud’

Le forze ucraine hanno continuato la loro avanzata nel sud lungo il corso del fiume Mokri Yaly, mettendo in sicurezza il villaggio di Urozhaine di fronte alla dura resistenza russa. E’ quanto afferma l’ultimo rapporto dell’intelligence del ministero della Difesa britannico, scrive il Guardian. “Nel nord, le forze russe hanno continuato a sondare gli attacchi nell’area di Kupiansk, ma non hanno ottenuto progressi significativi. Dall’altra parte del fronte, entrambe le parti affrontano una sfida simile: tentare di sconfiggere forze ben trincerate pur disponendo di forze limitate disponibili per aprire nuovi assalti”, si legge ancora nel rapporto.

007 Usa: la controffensiva di Kiev non raggiungerà gli obiettivi

Un po’ di impazienza da parte degli alleati dell’Ucraina si era già percepita nei giorni scorsi, emerse in modi più o meno espliciti. Ora l’intelligence degli Stati Uniti rincara la dose, facendo filtrare al Washington Post la convinzione che la controffensiva di Kiev non raggiungerà gli obiettivi prefissati, tra cui quello di riconquistare Melitopol (città chiave del sud-est del Paese): passo cruciale per spezzare il corridoio terrestre che collega la Russia alla Crimea da quando le forze di Vladimir Putin hanno conquistato tutta la costa ucraina sul Mar d’Azov. Mentre fa rabbrividire il bilancio di 18 mesi di guerra: sarebbero già mezzo milione i soldati russi e ucraini morti o feriti sul campo di battaglia. Le difese preparate da Mosca, che sta difendendo il territorio occupato attraverso campi minati e trincee, stanno creando più di un problema e fanno sorgere interrogativi a Kiev e nelle capitali occidentali sul perché una controffensiva che comporta l’impiego di centinaia di miliardi di dollari in armi e attrezzature militari non riesca a raggiungere i suoi obiettivi. Dagli Usa arriva il no comment di Jake Sullivan, consigliere alla sicurezza nazionale di Joe Biden, che non azzarda previsioni “perché la guerra, questa guerra, è imprevedibile”. Una nuova doccia fredda quella dell’intelligence Usa piombata a pochi giorni dalle querelle tra Kiev e la Nato: il capo di gabinetto, Stian Jenssen, aveva detto che l’Ucraina potrebbe alla fine cedere territori alla Russia come parte di un accordo per porre fine alla guerra ed entrare nell’Alleanza. Jenssen si era poi corretto e il segretario generale Jens Stoltenberg aveva quindi chiuso la questione ribadendo che spetta solo agli ucraini decidere quando ci saranno le condizioni per avviare negoziati di pace. La sensazione, però, è che un po’ di affaticamento, la cosiddetta ‘war fatigue’, ci sia. Anche perché la guerra dura ormai da quasi un anno e mezzo e oltre ai miliardi brucia anche vite umane. Secondo il New York Times sono 500 mila i soldati morti o feriti tra le file ucraine e russe. Un calcolo difficile da effettuare considerato che Mosca tende ad abbassare le stime e Kiev non riporta dati ufficiali. Sul terreno, la Russia fa sapere di aver abbattuto un altro drone diretto a Mosca nella notte, ma l’allarme come di consueto ha comunque causato la chiusura momentanea dello spazio aereo sopra l’aeroporto Vnukovo della capitale. I frammenti sarebbero caduti nell’Expocenter senza causare vittime o danni significativi all’edificio. A buon fine sembra che sia andato invece l’attacco alla sede della ‘polizia popolare’ di Energodar, città che ospita la centrale di Zaporizhzhia, occupata dai russi. Il servizio di intelligence militare ucraino (Gur) lo ha rivendicato con un video dichiarando di aver ferito quasi tutti i dirigenti. Non è chiaro, invece, se ci sia la mano di Kiev dietro all’incendio scoppiato in un’area di circa 1300 metri quadrati del porto russo di Novorossiysk, sul Mar Nero, nel sud-ovest del Paese. Secondo i media russi avrebbero preso fuoco alcuni pallet di legno, ma nei video che circolano sul web si vede un grande fumo nero intervallato da alcune esplosioni di cui non è chiara la natura. Il porto di Novorossiysk, dove passano anche petroliere, era stato teatro il 4 agosto dell’attacco alla nave da sbarco Olenegorsky Gornyak, colpita e semi affondata da un drone marino di Kiev con un carico di 450 chili di dinamite. Le forze ucraine sperano sempre di più nel contributo decisivo degli F-16 che però tarderanno ad arrivare, in attesa dell’addestramento dei piloti di Kiev. Una coalizione di 11 Paesi Nato inizierà a istruirli ad agosto in Danimarca e un altro centro sarà allestito in Romania. Gli Usa hanno dato il via libera a Copenaghen e Amsterdam per l’invio dei caccia in Ucraina non appena questo sarà completato.

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