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Trekking, l’esperienza alternativa nella natura incontaminata

Nell’ultimo report dell’Istat relativo agli indicatori demografici del nostro paese, al primo gennaio 2023 la popolazione complessiva in Italia risulta inferiore a 69 milioni, precisamente 58 milioni e 851 unità, con un decremento rispetto al 2022 di ben 179 mila persone. La tendenza è quindi quella di un lento, ma inesorabile spopolamento del territorio e la nostra isola non è certamente esente dal problema. Dal 2021, anno in cui è stato istituito il censimento permanente della popolazione, la Sardegna ha fatto registrare una percentuale negativa del 3,8%: un esempio palese è quello della provincia di Nuoro che, con i suoi 35 abitanti per chilometro quadrato, risulta la provincia italiana con la più bassa densità di popolazione. Come sfruttare, allora, questo enorme territorio con bassissimo impatto antropico e con una natura selvaggia che sorprende il turista alla ricerca della vacanza alternativa? La parola magica è una sola: Trekking. Anche se molti la considerano una parola inglese, il termine deriva dalla lingua parlata dai boeri durante la colonizzazione olandese dell’Africa meridionale, dove ora è situata la repubblica del Sud Africa. In afrikaan la parola trekker significa viaggiatore a piedi, con carri trinati da buoi, per lo più in territori immersi nella natura, lontano dalla civiltà, come novelli esploratori.

Trekking significa letteralmente “viaggiare seguendo le orme dei buoi”. Quando fu introdotto in Europa divenne il termine usato per indicare la tipica escursione, una camminata avvolti dalla vegetazione, magari su una superficie scoscesa, in montagna, su terreni accidentati. Il trekker cerca una dimensione il più naturale possibile, un’esperienza immersiva e selvaggia che sia in grado di metterlo a confronto con ambienti diversi e possibilmente quasi inesplorati. Questo tipo di turista ricerca l’avventura lontano dai flussi vacanzieri di massa, dall’affollamento delle spiagge, usando come mezzo di trasporto la bicicletta e le proprie gambe. E’ proprio questo muoversi lentamente che mette il visitatore nella condizione di cogliere particolari della cultura e delle tradizioni dei luoghi percorsi che il turista tipo non è in grado di assaporare. Stiamo parlando, dunque, di turismo sostenibile, dove l’impatto con il territorio è minimo, sia nei numeri che nel modo di confrontarsi con l’ambiente. Il vero trekker si sofferma ad assaggiare i prodotti del posto, ne apprezza il sapore diverso di volta in volta, si interessa al folclore perché sa che la storia alternativa è meglio di quella raccontata sulle guide turistiche.

Lungo la costa di Alghero, essendo una località di mare, si può usufruire anche dell’alternativa navigabile, utilizzando la canoa o il kayak, mezzi di trasporto che possono essere presi in affitto in diverse strutture presenti negli stabilimenti balneari. La scelta va dal noleggio giornaliero a quello ad ore, dipende dal tipo di tragitto che si vuole intraprendere, ma anche dalla capacita fisica e di allenamento. Esplorare in solitaria, in gruppo o addirittura accompagnati con guide professioniste il territorio costiero offre la possibilità unica di ammirare un paesaggio naturale da un punto di vista alternativo. Partendo da Alghero si può arrivare fino a Punta Negra, un percorso di circa 10 chilometri che lambisce il sistema dunale di Maria Pia, passando davanti alla borgata di Fertilia per giungere nella piccola spiaggia di Punta Negra. Da lì si può continuare all’interno dell’Area Marina Protetta del parco di Porto Conte fino alla Cala dell’Olandese, passare sotto le falesie a strapiombo sul mare di Capo Galera e Punta Giglio per poi raggiungere la rinomata spiaggia di Tramariglio. Altro percorso suggestivo è quello che dalla spiaggia di Mugoni porta verso Cala Dragunara, passando sotto il maestoso promontorio di Capo Caccia che, dall’alto dei suoi 180 metri sul livello del mare, domina l’intera Riviera del Corallo.

Proseguendo oltre ci si avvicina all’Isola Foradada, un blocco di pietra calcarea “forata” da un tunnel naturale lungo 110 metri. Si procede quindi verso Cala Inferno, un’insenatura nella quale è presente un’affascinante spiaggetta circondata da altissimi costoni di roccia che la isolano e che quindi non può essere raggiungibile se non via mare. Andando oltre si arriva nella baia di Porto Ferro, distante circa 20 chilometri da Alghero e sovrastata dalla Torre Negra. La struttura, denominata anche “Torre di Spagna”, era una costruzione d’avvistamento risalente alla seconda metà del XVI secolo, durante il regno di Filippo II di Spagna. Come si può comprendere , tutti questi percorsi via mare sono alternativi a quelli che si possono intraprendere via terra. Il territorio del Parco di Porto Conte offre, infatti, diversi sentieri fruibili anche dagli amanti della mountain bike e dagli appassionati di Bird watching. Ricordiamo che lungo le falesie nidifica il Falco Pellegrino, l’Uccello delle Tempeste, la Berta Maggiore ed il Grifone. Un territorio perfetto, insomma, per chi ama la natura lontano dai canali turistici tradizionali.

realizzato in collaborazione con la Regione Autonoma della Sardegna, Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio

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