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Erdogan, l’accordo sul grano è stato esteso per 2 mesi

L’accordo che ha permesso l’esportazione di grano dai porti ucraini attraverso un corridoio sicuro nel Mar Nero è stato esteso per altri due mesi. Lo ha fatto sapere il presidente turco Recep Tayyip Erdogan come riporta la tv di Stato turca Trt.

L’accordo sul grano del Mar Nero “è pronto per essere esteso”, con la Russia che accetta per ora di rimanere nel patto, aveva in precedenza riferito Bloomberg citando funzionari turchi.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha ringraziato quello russo Vladimir Putin per avere sostenuto gli sforzi di Ankara per prolungare l’accordo sull’esportazione del grano ucraino e ha detto che la Turchia farà tutto il possibile per l’applicazione dell’intesa. L’accordo, firmato nel luglio dello scorso anno a Istanbul dalla Russia e dall’Ucraina con la mediazione della Turchia e delle Nazioni Unite, era già stato rinnovato due volte prima dell’ulteriore proroga decisa oggi.

La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha confermato l’estensione per due mesi dell’accordo sul grano con l’Ucraina, affermando però che “le disparità” dei benefici per le parti dovranno essere “corrette nel modo più veloce possibile”. Lo riferiscono le agenzie russe. Mosca ha sempre lamentato che nell’applicazione dell’accordo non sia mai stata rispettata una parte relativa alla revoca delle limitazioni per le esportazioni di cereali e fertilizzanti russi.

Il 54% dei prodotti agricoli esportati dall’Ucraina negli ultimi dieci mesi, pari a 30,2 milioni di tonnellate, è salpato dai tre porti del Mar Nero inseriti nell’accordo Onu sul grano; una misura che ha portato una boccata d’ossigeno all’economia di Kiev e allentato l rischio di tensioni sul prezzo del pane che avrebbero potuto provocare instabilità nelle aree in via di sviluppo fortemente dipendenti dalle importazioni dalle aree di guerra. Lo rileva il Centro Studi Divulga che ha elaborato i dati Onu e del ministero dell’Agricoltura di Kiev delle rotte dei prodotti agricoli partiti dall’Ucraina da quando è stato siglato il “Black Sea Grain Initiative”. Entrando nel dettaglio la metà del totale è mais, il 26,9% è grano tenero, il 5,5% è farina di girasole e il 5,1% olio di girasole. La Cina con 7 milioni di tonnellate di prodotti, pari al 23,2% è il Paese che ha più beneficiato del Black Sea Grain Initiative; seguono la Spagna (5,4 milioni di tonnellate pari al 18%) e la Turchia (3,1 milioni di tonnellate di prodotti pari all’10,2%). L’Italia, invece, con 2 milioni di tonnellate (6,7%) è quarta in questa classifica, davanti a Paesi Bassi, Egitto, Bangladesh, Israele, Portogallo e Tunisia. In particolare, da agosto 2022 sono arrivate 1,3 milioni di tonnellate di mais, 427 mila tonnellate di grano tenero, 127 mila tonnellate di soia e 100mila tonnellate di olio di girasole. “Si tratta di quantità importanti di prodotti agricoli, la cui assenza – – spiega Felice Adinolfi, Direttore del Centro Studi Divulga – è motivo di forte squilibrio nei mercati, come sperimentato nei mesi che hanno preceduto l’accordo di luglio, questa forte movimentazione di grano, mais, olio di girasole in questi mesi ha scongiurato il rischio di una nuova primavera araba che, come ricorderemo, fu innescata dall’aumento dei prezzi del pane”.

Leggi l’articolo su: Ansa.it

Ansa

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