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Mola, 402 anni di storia al servizio degli studenti

Il rettore apre anno accamedico: ‘no ai diplomifici a distanza’

DI STEFANO AMBU

Le immatricolazioni, quest’anno, hanno ribadito i numeri di dodici mesi fa: sono state 4064 per una popolazione di 27mila studenti. Una comunità che si allarga oltre i confini regionali con tanti progetti diversi: offre ogni anno oltre 1.500 borse per la mobilità internazionale in Europa o in Paesi extra-Ue, per effettuare periodi di studio, tirocinio, tesi di laurea, o anche, da quest’anno, mobilità di breve durata per frequentare corsi intensivi o summer school. Tutto questo grazie ad oltre 140 insegnamenti in lingua inglese e 12 percorsi di doppia laurea. Sono alcuni dei numeri dell’Universitá di Cagliari che oggi ha inaugurato il 402° anno accademico con una cerimonia nell’aula magna di Ingegneria e Architettura alla presenza della ministra Anna Maria Bernini.

“Siamo stati fermi nel non cedere alle richieste di rendere gli atenei, dopo la pandemia, dei diplomifici a distanza. Non è il modello in cui crediamo – ha chiarito il rettore Francesco Mola – anzi riteniamo sia un modello che andrebbe stigmatizzato”. “La nostra attenzione verso le studentesse e gli studenti è sempre stata forte e lo sarà anche in futuro – ha aggiunto – Non c’è azione da noi intrapresa che non tenga conto, o almeno che non cerchi di intercettare le loro esigenze. Ci sforziamo di essere sempre più attenti ad interpretare le loro difficoltà e cerchiamo di supportare ed assistere in particolare le matricole per cercare di non farle cadere nella tentazione dell’abbandono”.

Sul fronte delle criticità, Mola ha segnalato gli alti costi di gestione legati all’aumento delle spese per l’energia. “Dai 3,5 milioni attuali stimiamo una previsione di spesa di dieci milioni – ha detto il rettore – Vogliamo assicurare che ogni euro che arriva al nostro ateneo va ai nostri giovani e al nostro territorio”.

Intervento a sorpresa del presidente della Crui Stefano Cuzzocrea. “Squadra, coesione, condivisione. Sono queste le parole che animano il lavoro dell’Università così come della Conferenza dei rettori. Anche io – ha confessato – non sono stato uno studente modello, anche io non ho superato alcuni esami. L’importante è che il sistema universitario sostenga gli studenti considerandoli persone. Dobbiamo concentrarci sui valori e sulla passione di questo lavoro. Serve collaborazione fra docenti e studenti, per generare un ascolto reciproco che possa farci diventare tutti persone migliori”.

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