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Giornata solidale nel carcere minorile di Quartucciu

Calcetto,giardinaggio e pizza con familiari e sponsor iniziativa

di Andrea Frigo

Una giornata da trascorrere all’aria aperta, tra una partita di calcetto e il giardinaggio.
    Poi tutti in cucina a preparare il pranzo. E la pizza.
    Nell’Istituto penale per i minorenni di Quartucciu si è svolta oggi una nuova Giornata Solidale, alla presenza dei parenti dei ragazzi ospiti della struttura e dei partner che hanno collaborato alla realizzazione dell’evento (Amici del giardino, Comune di Quartu Sant’Elena, Comune di Quartucciu, Lions Club Cagliari Karel, Promisa, Aidda delegazione Sardegna, Sgaravatti Group), organizzato grazie alla stretta collaborazione con la Fondazione Carlo Enrico Giulini con la partecipazione dell’A.G.I. (Associazione Giardini Italiani), in procinto di assumere nell’Istituto la gestione del progetto “Orto-giardino”.
    In campo, per una partita di calcio a 5 i ragazzi dell’Ipm (squadra Orto-giardino) e la squadra Sgaravatti Group. “I progetti realizzati in questi anni all’interno dell’IPM di Quartucciu – ha detto Ilaria Nardi, presidente della Fondazione Giulini – ci hanno dato il privilegio di conoscere una realtà molto particolare, che offre ai ragazzi un percorso di crescita.
    Permettere a loro di misurarsi con la realtà esterna, mettendo in opera ciò che stanno faticosamente imparando – non solo la cucina, ma anche le regole sociali, lo stare insieme ad altri in contesti strutturati, etc. – è un’opportunità grande sia per loro sia per chi viene dall’esterno”.
    “Siamo lieti di partecipare a questa giornata solidale che introduce il progetto Orto Giardino – ha detto Rosi Sgaravatti, presidente dell’omonimo gruppo – un’iniziativa importante per il benessere dei giovani ospiti dell’Istituto. Questo progetto mira a offrire ai ragazzi un’attività educativa basata sull’orticoltura e sul giardinaggio, per aiutarli nella loro crescita personale e professionale attraverso lo sviluppo di creatività, capacità e competenze utili nel loro futuro lavoro e nel miglioramento del loro stato di salute fisica e mentale”.
    A fare gli onori di casa il direttore della struttura, Enrico Zucca, con il personale della Polizia penitenziaria e il cappellano, padre Gabriele Biccai.
    “Ci tenevamo molto a questa giornata – hanno detto il direttore e il sacerdote – soprattutto dopo le dichiarazioni della garante Irene Testa che aveva parlato di una struttura che sta cadendo a pezzi, peggio di un canile, da chiudere. Possiamo anche essere d’accordo sul fatto che si tratti di una struttura fatiscente e che ha bisogno di interventi, ma oggi volevamo far vedere quanto di buono viene fatto qui tutti i giorni, le tante attività che svolgiamo quotidianamente, anche perché sono stati i ragazzi, per primi, a restarci male. Loro qui stanno bene, perché siamo riusciti a creare un clima familiare, di amicizia e solidarietà”.
    “Più che un carcere – ha concluso il direttore Zucca – vorrei che questa struttura venisse chiamata da tutti una comunità con le sbarre, perché qui i ragazzi stanno meglio che in comunità”.

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