Ieri l’assemblea dei lavoratori nella sede di Poste Italiane: «Così non stiamo operando in sicurezza»
Il coronavirus infatti non ha rallentato più di tanto la mole di attività di Poste Italiane. Infatti, non uscendo più di case, una fetta consistente degli acquisti si è spostata sul versante on line. «Le consegne dell’e-commerce, di pacchi Amazon, sono numerose e quotidiane». I postini, in queste settimane, sono delle sentinelle attive nella città, che vivono sulla propria pelle le mutazioni di scenari e di abitudini.
«C’è un paesaggio di una desolazione unica. Muoversi nella città, tra le strade deserte, fa davvero impressione. Per noi a volte è davvero difficile, perché ti vengono a mancare anche dei servizi banali ma indispensabili, come un bar aperto che ti offra anche semplicemente un bagno per fare i bisogni. Noi stiamo ore in giro in motorino, con una tabella di marcia serrata. E adesso sembra davvero di muoversi in mezzo al nulla».
Da oggi però lo sciame di portalettere potrebbe smettere di setacciare in lungo e largo la città. «I vertici aziendali hanno capito le nostre paure, ma purtroppo non hanno nemmeno gli strumenti per venirci incontro. Le mascherine sono irreperibili a livello nazionale, non è un problema che riguarda solo Sassari. E le scorte disponibili vengono convogliate sulla sanità. Perciò l’unica cosa che possiamo fare per tutelare la nostra salute e quella dei nostri utenti, è fermarci un attimo e aspettare di poter lavorare in sicurezza».
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