
Forze dell’ordine in campo, tra le persone fermate anche un 50enne milanese arrivato il 2 marzo: era a piedi in via Roma
Mercoledì sera, invece, altre 12 denunce ad opera dei carabinieri nei confronti di altrettante persone che se ne stavano sedute ai tavolini di un circolo privato del centro storico a bere e a chiacchierare. Come se nulla fosse, come se il coprifuoco intorno fosse invisibile ai loro occhi. In realtà il locale nel quale si trovavano avrebbe già dovuto esser chiuso dalle 18 (da ieri, invece, i locali devono restare chiusi tutto il giorno).
A “pizzicare” gli avventori sono stati i carabinieri del nucleo radiomobile. Alle 20.30 il locale era aperto e serviva le ordinazioni ai suoi clienti. Le persone presenti nel circolo erano di età compresa tra i 45 e gli 85 anni. Quando i militari sono entratu erano seduti, compreso il titolare. Sono stati tutti denunciati in base all’articolo 650 del codice penale. Nei confronti del circolo è stata proposta alla Prefettura anche la chiusura per un periodo di 60 giorni.
Sempre i carabinieri hanno arrestato un giovane che, evaso dai domiciliari, se ne stava in giro per la città. Il giudice ieri mattina ha convalidato l’arresto e lo ha rimandato ai domiciliari. Un altro giovane ancora, di Tissi, è stato fermato in via Rosello e denunciato.
In campo anche la polizia locale che ieri ha potenziato le attività sui conducenti dei veicoli e sulle persone che si spostavano a piedi. Nessuna violazione è stata riscontrata. Sempre ieri è stata denunciata per diffamazione nei confronti degli operatori sanitari dell’emergenza ospedaliera una persona, responsabile di un lungo messaggio a contenuto diffamatorio diffuso attraverso WhatsApp. Dovrà rispondere anche dell’accusa di procurato allarme. Le indagini hanno consentito di identificare in poche ore il responsabile. «La creazione e la diffusione, anche attraverso canali social, di notizie false o di informazioni sullo stato di salute delle persone sono reati, perseguibili per legge che prevedono anche “aggravanti speciali” e gli autori, che rischiano reclusione e sanzioni pecuniarie pesanti, sono facilmente individuabili. Inoltre, il procurato allarme causa un gravissimo danno per tutta la collettività.
continua a leggere su: La Nuova Sardegna
GIPHY App Key not set. Please check settings