
Oggi a Porto Torres il funerale del 30enne morto nell’incidente di sabato sera Sono migliorate le condizioni dell’amico rimasto ferito in modo grave
Dalle indagini sull’incidente sono trapelati pochi particolari, anche perchè alcune valutazioni tecniche devono essere ancora completate, così come restano da acquisire testimonianze determinanti, a cominciare da quella del ferito appena le condizioni lo consentiranno. Di certo – dai primi rilievi – c’è che la moto guidata da Giovanni Sau e con Alessandro Derudas come passeggero – una Yamaha R6 – procedeva a forte velocità e a un certo punto si è trovata di fronte la Peugeot 3008 condotta da un impiegato di Porto Torres che andava a circa 60 chilometri orari. Da questo momento in poi si possono solo formulare delle ipotesi: quel tratto di strada è molto buio e la velocità elevata della moto potrebbe avere portato il conducente a valutare in maniera precisa l’ostacolo. Nel senso che solo quando ormai la moto era proprio a ridosso dell’auto il giovane conducente potrebbe avere realizzato che la Peugeot procedeva lentamente. Quindi avrebbe tentato una manovra improvvisa per cercare di evitare l’impatto, magari con un disperato sorpasso a destra (dove risulta il danno sulla carrozzeria dell’auto) che però non è riuscita. L’impatto è stato violentissimo. Il racconto dell’uomo che era alla guida della Peugeot e della moglie che era seduta nel sedile del passeggero è chiaro: «Abbiamo sentito il rombo del motore, prima in arrivo, poi sempre più vicino. E il botto, come una esplosione». Poi quell’immagine che non avrebbero mai voluto vedere: il volo della moto e del giovane che era alla guida, oltre l’auto in marcia. Loro non si erano neppure resi conto che sulla moto ci fossero due persone. Solo più tardi hanno realizzato: quando Alessandro Derudas, a terra, ferito gravemente ha detto alla signora: «Non guidavo io…». Così i primi soccorritori hanno trovato il punto dove si trovava il corpo di Giovanni Sau, ma purtroppo per il giovane di Porto Torres non c’era più niente da fare.
Una tragedia che lascia senza parole, se mai ce ne possono essere di adeguate quando la realtà mette di fronte a storie come questa. Solo tanto dolore e tristezza, anche la rabbia perchè nessuno può fare niente per cambiare il finale. Non c’è tempo – come in quella canzone di Vasco – e puoi solo prendere atto che “oggi voglio stare spento”.
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